Mugello (Firenze), 17 dicembre 2023 – Se martedì prossimo si conoscerà la sorte del progetto di impianto eolico progettato in Mugello tra Vicchio e Dicomano sul Giogo di Villore, sette grandi aerogeneratori per una produzione di 80 milioni di kWh all’anno, con una potenza complessiva di 29,6 MW, già si pensa di sfruttare il vento dell’Appennino mugellano anche su altri crinali. E’ stato infatti presentato un nuovo progetto, per costruire quattro grandi torri, alte 168 metri come quelle previste a Villore, stavolta nei pressi del passo della Futa, fra Firenzuola e Barberino di Mugello.
Non usa giri di parole Enrico Carpini, capogruppo di "Ora! Barberino", lista dell’opposizione di sinistra, che per prima ha annunciato, criticamente, il nuovo progetto sulla Futa: "Se il Tar, chiamato il 19 dicembre a pronunciarsi sull’impianto di Villore e Corella, ignorerà le ragioni dei ricorrenti, sarà sempre più difficile fermare questo nuovo progetto di distruzione e tutto il nostro Appennino sarà a rischio".
Gli impianti eolici, anche in Mugello, non hanno mai messo tutti d’accordo: c’è chi li accetta e li sostiene in nome della necessità di ampliare la disponibilità delle energie rinnovabili, e sono a favore le amministrazioni comunali, in modo bipartisan – da quella di Firenzuola di centrodestra, che ha autorizzato gli unici impianti attualmente funzionanti in Mugello, ai sindaci pd di Vicchio e Dicomano, favorevoli alle pale sui crinali di Villore –; ma ci sono anche gruppi e associazioni che osteggiano i progetti mugellani.
Tante sigle, da Italia Nostra al Cai, da ’Crinali liberi’ a numerosi piccoli gruppi ambientalisti. Italia Nostra e Cai, per fermare quello che definiscono lo scempio ambientale sul Giogo di Villore hanno presentato ricorso al Tar, e nell’attesa della sentenza, prevista per martedì prossimo, hanno organizzato una ’veglia’ a Firenze, in piazza Santissima Annunziata, fin dalle 16.30 di lunedì, per poi fare un presidio, il giorno dopo, davanti al Tar. A proporre le pale eoliche sui crinali mugellani è AGSM, società veneta – anche il progetto della Futa è stato presentato da un’azienda ad essa collegata – che si dice fiduciosa rispetto alla sentenza del Tar toscano: "Attendiamo molto tranquillamente la sentenza del tribunale amministrativo in quanto il percorso autorizzativo è stato ampio, profondo e dettagliato. Il pronunciamento ambientale positivo e l’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione sono a nostro giudizio inattaccabili". E si aggiunge: "Tale decisione della Regione Toscana è stata peraltro convalidata all’unanimità dal Consiglio dei ministri dopo ulteriore attenta valutazione".
Ma il barberinese Carpini dà voce ai contrari all’opera: "Le nostre montagne sono un patrimonio da preservare, oltre che paesaggisticamente, per il loro non trascurabile valore turistico e per la loro fragilità dal punto di vista idrogeologico. Per questi motivi noi di ’Ora! Barberino’ siamo sempre molto cauti nell’accogliere come ‘manna dal cielo’ le grandi opere che vengono proposte sul nostro territorio e che rischiano di stravolgerlo". E così si spera in uno stop del Tar. In attesa della sentenza i lavori - previsti con una durata di 19 mesi – non procedono spediti. Avrebbero dovuto concludersi nell’ottobre scorso.