Arezzo, 6 gennaio 2025 – La Befana ha portato carbone (vero) agli operai tessili della HSG del Casentino? A rischio 14 posti di lavoro. L’azienda ha un’ottima situazione ma ha perduto l’asta per attività e stabilimento, vinta da un’altra impresa che sembra si occupi della commercializzazione del carbone. Il 9 gennaio incontro in Prefettura e, alla fine, conferenza stampa dei lavoratori con Filctem e Cgil Si è fatta carico del debito della vecchia azienda verso i lavoratori: 400mila euro. Non solo. “Ha garantito e sta garantendo l'attività produttiva a pieno regime, mantenendo l'intera forza lavoro, stabilendo buone relazioni sindacali e, non per ultimo, senza mai fare ricorso a nessun ammortizzatore sociale malgrado la forte crisi del settore tanto da considerare lo stabilimento casentinese una eccellenza con ottime prospettive di sviluppo”. Questa, secondo Alessandro Mugnai dirigente della Filctem Cgil, la foto della HSG di Castel San Niccolò, azienda tessile che fa capo al gruppo omonimo di Chiari, in provincia di Brescia. Ebbene, questa attività rischia di chiudere. Tanto che Filctem, Cgil e lavoratori hanno chiesto un incontro al Prefetto di Arezzo. Appuntamento concesso per le ore 11 di giovedì 9 gennaio. La fabbrica rischia di chiudere perché lo stabilimento e l’attività sono stati assegnati all’asta a un’altra impresa che – sembra – si occupi dello stoccaggio e della vendita di carbone. A rischio 14 posti di lavoro, difficilmente riconvertibili da un’alta professionalità nel settore tessile. La HSG lavora attualmente sulla base della cessione di un ramo d’impresa della vecchia azienda – la ex Tessitura Vignali - che era stata dichiarata fallita. “Il 28 dicembre – ricorda Mugnai - si è tenuta l’asta per lo stabilimento che non è stato assegnato a HSG, nonostante le sue ulteriori offerte di rilancio ma a un’altra impresa che non conosciamo e che dovrebbe occuparsi, adesso, sia del mantenimento dell’occupazione che della continuità produttiva. La HSG potrà continuare a lavorare fino al 5 maggio e poi dovrà passare la mano”. Secondo Filctem e Cgil, questa situazione comporta “un concreto e serio rischio per l'attività produttiva e per i lavoratori”. Rischio creato dal nulla “dato che l'attività in essere è l'unico soggetto del territorio a non aver risentito della forte crisi tessile e, in particolare, visto il serio rischio occupazionale con conseguenti aggravi di costi sociali per la perdita di professioni e salari”.
Il sindacato sottolinea poi che il panorama della manifattura moda “è in forte crisi, con notevole ricorso degli ammortizzatori sociali e con un 2025 che non promette per niente bene. In questo quadro è paradossale che l’unica attività tessile del territorio che non ha fatto ricorso nemmeno a 1 ora di cassa integrazione e lavora a pieno ritmo, rischi adesso di chiudere i battenti per gli effetti di una vendita competitiva. Confidiamo nell’incontro chiesto al Prefetto al quale sono convocati oltre la Cgil, l’Amministratore della Hsg, la Curatrice che ha indetto la gara d’asta, il Sindaco del Comune di Castel S.Niccolò. Ci auguriamo che sia per un primo incontro utile a comprendere lo stato delle cose e in particolare chi ha acquistato e che intenzioni ha sul futuro dello stabilimento poiché si è aggiudicato stabile e attività con i suoi lavoratori”.