La bonifica montana una priorità per il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno

Il Consorzio di Bonifica ha completato l’intervento sul Marecchia, in un pezzo di Toscana che ricade in territorio emiliano-romagnolo

stefani

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Arezzo, 18 luglio 2024 – La bonifica montana resta una priorità per il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno. E non potrebbe essere altrimenti in un comprensorio che abbraccia un vasto territorio scolpito dai rilievi.

Tra questi c’è la più grande exclave interregionale italiana che, con i suoi circa 300 abitanti, è anche la più popolosa: un pezzo di Toscana fuori dalla Toscana, 15 kmq di estensione che, fino al 2009, è stata una fetta di Toscana immersa in territorio marchigiano per divenire, da allora, un’isola amministrativa dentro la Romagna.

Alle spalle una storia lunga che inizia con Ferdinando I: era l’inizio del 1600 quando il Granduca di Toscana decise di acquistare questa striscia di terra in mezzo alla Valmarecchia, dai Gonzaga di Novellara, con l’ambizione di aprirsi la strada verso il mare che, oggi, dista solo una cinquantina di chilometri.

Da allora i confini sono rimasti gli stessi, anche nel passaggio all’Unità d’Italia.

Il risultato resta una situazione complessa dal punto di vista amministrativo, geografico, ma anche idraulico.

In questo piccolo territorio infatti si è reso necessario un vasto lavoro di ricentratura del corso d'acqua per allontanare le portate del torrente dalle opere idrauliche e dal piccolo nucleo abitativo di Santa Sofia nel Comune di Badia Tedalda.

“L’obiettivo delle lavorazioni programmate è contenere la tendenza all'erosione”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi del Settore Difesa Idrogeologica del Consorzio e referente della Unità Idrografica Omogenea in cui ricade l’exclave.

“Si tratta di un territorio molto fragile e delicato – commenta la Presidente Serena Stefani -, su cui viene posta la massima cura. Molti sono gli interventi programmati per il 2024. Tra questi, il rinforzo di alcune briglie dissestate presso l'abitato di Ponte Presale nel Comune di Sestino e la risagomatura e le ricostruzioni spondali presso l'abitato di Caprile nel Comune di Badia Tedalda. Interventi importanti per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico che possono avere importanti riflessi anche sul miglioramento della sicurezza del fondovalle”.

“Il nostro è un territorio complesso ma anche interessante. Lo dimostra la grande attenzione con cui in passato sono stati protetti e consolidati i suoi confini naturali. Amministrare 119 kmq su cui vivono 970 abitanti è difficile, anche perché la popolazione, limitata nei numeri, vive in modo puntiforme tutto il territorio. Il Comune sta facendo molto per evitare lo spopolamento e garantire i servizi necessari. Uno dei problemi maggiori è contrastare il dissesto idrogeologico per evitare situazioni critiche e di isolamento. Gli enti non hanno purtroppo risorse da investire. Ecco quindi che la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e la prevenzione diventano particolarmente utili e strategiche. Il lavoro eseguito ogni anno dal Consorzio di Bonifica è per noi fondamentale, anche perché viene svolto in modo tempestivo e puntuale, coinvolgendo le imprese agricole del territorio”, aggiunge il vice sindaco di Badia Tedalda Ivano Sensi.

Intanto, conclusi gli interventi sulle opere idrauliche, dall’inizio di luglio è partito in quest’area, come nel resto del comprensorio, il contenimento della vegetazione, operazione che, partendo dai centri abitati, si estenderà progressivamente alle zone meno urbanizzate per concludersi entro l’anno.