
giostra
Arezzo, 1 aprile 2025 – Tutto «Quel che non sapevi» (dal nome delle pagine social) sulla Giostra del Saracino, te lo racconta l’intelligenza artificiale. Ma con alcune clamorose imprecisioni. A partire dai simboli dei quartieri: la Croce Verde di Porta Crucifera e l’Aquila Bicipite di Sant’Andrea. Ma ci sono anche gli Araldi e il Palio d’oro.
A commentare i contenuti della pagina online è Saverio Crestini vice rettore vicario di Porta Sant’Andrea e storico della Giostra. «L’articolo generato con l’intelligenza artificiale è pieno di errori e inesattezze. L’autore (Gaetano Biondi - AI) non riporta nemmeno una fonte a sostegno della sua tesi – dice Crestini – invito a leggere l’articolo per estesocon la speranza che l’ufficio Giostra possa segnalare al Sindaco la questione e chiedere una rettifica. C’è il rischio che vengano divulgate informazioni sbagliate. Dal punto di vista storico, dall’infografica, dal titolo e dal testo della pagina si fa credere al lettore che dal 1200 si corre ininterrottamente la Giostra del Saracino (825 anni!). Questo non è vero. La Giostra che conosciamo oggi si corre ininterrottamente dal 1931 (94 anni), su idea del podestà di Arezzo Conte Pier Ludovico Occhini e da un’intuizione del giornalista de La Nazione, Alfredo Bennati, che ritrovò un antico regolamento storico del 1677 (Capitoli per la Giostra di Buratto). Ad organizzarla – continua – ci pensò l’Opera Nazionale Dopolavoro. È corretto affermare, invece, che nel 1200 ad Arezzo c’era l’usanza di organizzare tornei cavallereschi ad tabulam, di addestramento militare («vidi fedir torneamenti» Dante, XXII Canto dell’Inferno) ma anche pali alla lunga. Di giostre ad Burattum si hanno testimonianze da documenti del 1535, epoca in cui ad Arezzo di correvano in onore dei Granduchi di Toscana e altre illustri figure politiche. Dal 1700 il Saracino diventa un rito popolare, ma si correrà anche all’anello (Giostra delle 4 stagioni) nell’ovale del Prato – spiega Cristini – In conclusione, dire che lo spettacolo è rimasto essenzialmente lo stesso per 800 anni è falso. Abbiamo con certezza un retroterra storico fatto di giostre, di vario genere, ma la continuità storica c’è solamente dal 1931 per volere del Fascismo e delle amministrazioni comunali del dopoguerra».
«Le cose più divertenti che ho letto sono: gli Araldi, il Palio d’Oro invece che la lancia d’oro, Roberto Banelli (riferito all’autore di opere sulla Giostra) invece che Roberto Parnetti. Una bella figuraccia per l’AI. Che ci dimostra come bisogna sempre verificare se quello che leggiamo è corretto o no», conclude.