PINO DI BLASIO
Cronaca

La Lupa sorprende e vince il Palio. Il colpo di Velluto, trionfa a 44 anni

Dino Pes alla sua seconda corsa in 20 anni. Blocca l’Istrice alla mossa, parte primo e comanda per tre giri

La Lupa sorprende e vince il Palio. Il colpo di Velluto, trionfa a 44 anni

Dino Pes alla sua seconda corsa in 20 anni. Blocca l’Istrice alla mossa, parte primo e comanda per tre giri

La Lupa ha vinto il Palio dell’Assunta 2024, l’anno del doppio rinvio per pioggia, mai accaduto nella storia secolare delle Carriere in Piazza del Campo. Dino Pes, in arte Velluto, vince il suo primo Palio a quasi 44 anni, dopo 9 Carriere, di cui 7 concentrate dal 2000 al 2004 e l’ottava nel luglio 2017 nel Leocorno. Per il fantino quello di ieri era il secondo Palio corso in venti anni. Ha vinto Benitos, cavallo esordiente, nemmeno considerato outsider nelle previsioni della vigilia. Eppure ieri è schizzato per primo alla mossa, ha girato per tre volte primo a San Martino, ha rintuzzato tutti gli attacchi della Selva, che aveva Tabacco, il cavallo vincitore a luglio. Per la Lupa è la quarta vittoria in otto anni, partendo dal ’cappotto’ del 2016 con Scompiglio e Preziosa Penelope, e Gingillo nel 2018 con Porto Alabe.

L’impresa è ’griffata’ Dino Pes, la carriera segna il riscatto di Velluto. Aveva un mandato definito: bloccare la rivale Istrice, grande favorita, con l’accoppiata Tittia (dieci Palii vinti) e Viso d’Angelo, cavallo che sulla carta è forte, è della scuderia di Tittia, era al suo sesto Palio consecutivo ma non ha mai vinto.

Velluto ha fatto il suo lavoro alla mossa con grinta, ha dato noia a Tittia per oltre 40 minuti, è stato richiamato più volte dal mossiere Renato Bircolotti, ma, imperterrito, ha continuato a tenere lontano Tittia dal secondo posto al canape. E quando la Civetta di rincorsa, è entrata la prima volta, era partito a fianco dell’Istrice, ma la mossa è stata annullata. Tutto da rifare, solito copione di scaramucce tra Lupa e Istrice, tra Nicchio e Valdimontone.

La mossa valida, dopo quasi un’ora, ha mandato in scena un Palio inatteso. La Lupa è partita prima, seguita dalla Selva, con il fantino esordiente Virgola su Tabacco, e dall’Oca con Brigante, che aveva vinto gli ultimi due Palii, su Ares Elce. Dopo il secondo San Martino, la Chiocciola sorpassa l’Oca, l’Istrice è quinto, prova a rimontare ma la corsa di Velluto e Benitos è veloce, con traiettorie perfette al Casato e a San Martino.

Nessuno cade nei tre giri, in Piazza c’è un carosello di cavalli e fantini, guidato sempre dalla Lupa. Che arriva prima al bandierino, Velluto alza il nerbo e Benitos diventa di colpo il cavallo dei desideri per i prossimi Palii. La cronaca finisce qui, con il tripudio dei contradaioli della Lupa, il Te Deum in Duomo, il drappellone futurista dipinto da Guasco portato in corteo.

C’è spazio per le riflessioni e le polemiche. La prima è sul regolamento violato dalla decisione del sindaco Nicoletta Fabio (in passato priore dell’Istrice e rettore del magistrato delle Contrade) e dei dieci capitani di cancellare il Corteo storico, che il 16 agosto era stato interrotto dalla pioggia, quando in Piazza era entrata la quinta Contrada su 17. Per i custodi del Regolamento del Palio, l’articolo 72 recita: "Secondo la tradizione, ogni corsa del Palio è preceduta dallo sfilamento di un Corteo storico che costituisce una rievocazione figurata degli ordinamenti, dei costumi e della grandezza della Medioevale Repubblica Senese, con particolare riguardo alle Contrade, le quali, con le loro Comparse, ne formano la parte principale". Se ne parlerà a lungo in inverno. Come dell’articolo del Washington Post, scritto da Rick Reilly, giornalista sportivo, columnist di Sports Illustrated, infarcito di errori ed esagerazioni, a partire dal titolo ’Dimenticatevi delle Olimpiadi, il Palio è l’evento sportivo che preferisco’. Reilly parla di una corsa in cui dominano corruzione e violenza. Ieri sera la dimostrazione dell’errore: in Piazza c’erano Contrade, Istrice, Nicchio, Chiocciola e Valdimontone, che, complessivamente avevano una dote da 8 milioni di euro per vincere il Palio. Alla fine ha trionfato la Lupa.