Firenze, 19 agosto 2023 – In tanti, dopo la notizia della morte del presidente e amministratore delegato della Piaggio, Roberto Colaninno, stanno manifestando il loro cordoglio.
“Ci lascia Roberto Colaninno Presidente e Ad della Piaggio. Un illuminato imprenditore che mancherà non solo alla sua famiglia ma anche ai tanti che ne hanno conosciuto le indiscusse capacità di visione e leadership. Saremo sempre grati per il rilancio che ha dato ad una storica azienda con salde radici in Toscana. Che la terra gli sia lieve". Lo ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
"Roberto Colaninno ci ha lasciato. È stato un grande industriale e un grande uomo: un italiano che si era fatto da solo, apprezzato nel mondo per la sua intelligenza e la sua serietà. Un abbraccio ai figli e alla moglie, che tanto lo hanno amato e che tanto da lui sono stati amati". Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook.
"Apprendiamo con tristezza della scomparsa del presidente della Piaggio, Roberto Colaninno. Le sue capacità imprenditoriali e la sua passione per l'industria hanno salvato Piaggio nella fase più difficile della sua storia”. Così una nota di Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive, e Samuele Nacci, segretario della Uilm di Pisa. “Come Uilm - aggiungono - esprimiamo la nostra gratitudine per quando il presidente Colaninno ha fatto per i lavoratori. Confidiamo che il suo operato possa sopravvivergli e che la sua famiglia sappia raccogliere la grande eredità che lascia”.
“La valutazione da fare è che Piaggio c'è, è ancora lì, e non era affatto scontato: c'è ancora sia grazie alle lotte degli anni '90 per impedire il trasferimento, sia grazie al fatto che Roberto Colaninno è stato un imprenditore impegnato a mantenere la funzione produttiva”. Lo afferma Enrico Rossi, ex presidente della Regione Toscana e già sindaco di Pontedera negli anni '90. "I miei rapporti con lui erano buoni - spiega -, era un uomo molto franco, cordiale e diretto. Ma le nostre relazioni hanno avuto un momento di incrinatura quando furono spostate in Piemonte le lavorazioni delle marmitte, e rimasero 120 operai disoccupati. Chiesi insistentemente a Colaninno di riassorbire questi disoccupati, ma lui fu irremovibile. Lo ritenni un atto di indisponibilità ingiustificato: l'azienda andava bene”. Secondo Rossi, questo episodio rivela che Colaninno “ha sempre guardato all'interesse aziendale, alla razionalizzazione, al risparmio sulle forniture, ma tutto questo ha avuto un prezzo che il territorio ha pagato. Però, va a merito di Colaninno il fatto che la Piaggio ci sia ancora”.