Ciro
Vestita
In queste tiepide serate estive una spaghettata con amici ci sta proprio bene.
Un piatto di pasta al pomodoro con basilico e (per i più coraggiosi) dell’aglietto fresco è un piatto divertente e salutare.
Eppure la pasta è sempre stata“attaccata” e criticata da assurde e frequenti mode. Strano visto che è l’alimento più antico del mondo: nella tomba di Cerveteri si vede infatti una donna che con un mattarello prepara la “Lagana“ cioè la lasagna e siamo a circa tremila anni fa.
Nel mondo romano invece ad essa, soprattutto dai crapuloni, si preferivano mega arrosti di cacciagione, una via veloce per morire di gotta. Chi invece aveva bisogno di grandi sapori e pura energia si rivolgeva ai cereali e quindi alla pasta: recentemente nei tombini fognari del Colosseo, nel reparto dedicato ai gladiatori, si sono rinvenute tracce di grano, riso, orzo e non di cibi carnei.
Ma l’ultimo schiaffo la povera pasta lo ricevette dai Futuristi a inizio del secolo scorso e in primis da Filippo Marinetti.
Questi “poeti” alla pasta asciutta preferivano piatti lunari quali l’”antipasto intuitivo”, il “brodo solare”, il ”mare d’Italia” e niente pasta perchè troppo ”molle” e poco adatta ai rocciosi scrittori del ventennio fascista.
E per vidimare tutto questo il 15 novembre del 1930 al Ristorante milanese Penna d’Oca il Marinetti esplose un colpo di pistola contro un piatto di spaghetti ritenuto il piatto dei mollaccioni.
Bah... che dire... persone strane visto che un mese dopo all’elegante ristorante Biffi in Milano fu visto proprio il Marinetti che divorava un piatto enorme di spaghetti e pronti furono i suoi denigratori a scrivere questo sonetto: “Marinetti dice Basta! / Messa al bando sia la pasta / Poi si scopre Marinetti / che divora gli spaghetti!”.
Dal punto di vista nutrizionale la pasta come tutti i carboidrati è un alimento eccelso; come detto più volte il nostro organismo va avanti con una benzina chiamata glucosio e la più vicina e rapida stazione di rifornimento di questa benzina è il carboidrato. Vero è che questo glucosio si può ottenere anche dalle proteine (in primis carne e formaggi) ma è come andare da Roma a Milano passamdo da Palermo: l’organismo s’affatica e se poi si abusa di questi alimenti si rischia di affaticare i reni.
Ma quale pasta scegliere, ad esempio penne lisce o penne rigate? Molti credono che rigate siano migliori perché trattengono il ragù ma cosi non è. La penna rigata a causa delle sue “imperfezioni” e cioè la rigatura ha delle parti che cuociono prima e parti che cuociono dopo e quindi i grandi chef propongono la penna liscia.
Punto di forza inoltre di questa meraviglia culinaria è la sua altissima digeribilità; se un ragazzino ha la partita di pallone alle tre spesso i genitori all’una gli danno una bistecca convinti di fornire energia al novello Maradona. Ma così non è: la bistecca infatti per essere smaltita ha bisogno di un tempo digestivo lungo e cioè quattro ore e rischa quindi di rimanere sullo stomaco; la pasta invece dopo due ore ha gia fornito calorie a iosa ed è stata ampiamente digerita..
E visto che parliamo di pastasciutta, quale è il miglior condimento?
In questo periodo senz’altro la “pomarola“, un sugo delizioso fatto con pomodori maturi, carote, sedano, cipollotti freschi.
Il termine “pomarola“ è usato soprattutto in Toscana per indicare il sugo di pomodoro.
Qualcuno obietterà che cuocendo il pomodoro si perda vitamina C: questo è vero ma solo cuocendo i pomodori si può da essi estrarre il Licopene fondamentale molecola, scoperta da poco, utilissima per la profilassi del tumore alla prostata.
E il tocco finale sugli spaghetti o penne alla pomarola, una volta portati in tavola, è qualche foglia di basilico.
La pasta, in estate o in inverno, si può comunque condire con un’infinità di sughi: dal ragù al pesce, dai formaggi alle verdure. Spaghetti alle vongole o allo scoglio sono i piatti più gettonati in questo periodo.
E sempre d’estate, per un pranzo veloce sul mare o durante un pic nic, è consigliata anche la pasta fredda.