ENRICO SALVADORI
Cronaca

La storia di Tiberio Guarente: "Addio pallone. Ora faccio il pescatore"

"Qui sull'isola di Capraia siamo solo in 400 e ci conosciamo tutti, faccio anche il consigliere comunale"

Tiberio Guarente

Capraia Isola (Livorno), 4 febbraio 2021 -  Il richiamo delle origini è troppo forte. Anche per chi ha giocato 10 anni in serie A e per 2 stagioni nelle Coppe europee col Siviglia insieme a Rakitic, Luis Alberto, Caceres, Perotti e Medel. Tiberio Guarente in quell’isola di Capraia più vicina alla Corsica che a Livorno ci è cresciuto coltivando il sogno, realizzato, di essere un giocatore di calcio vero. E qui ci è tornato, lontano dai riflettori, vicino alla natura. Il pallone lo ha dovuto lasciare 5 anni fa per i troppi infortuni ma non ha scelto la strada dell’allenatore o del dirigente. Meglio la natura incontaminata e la vita sana insieme alla sua Valentina e al piccolo Enea di 3 anni. «Faccio il pescatore professionista con mio cugino Giorgio e anche per passione. Proprio oggi ho catturato un dentice di 4 chili. Poi trekking sui sentieri, mare e aria buona. Insieme agli amici di sempre: siamo solo in 400 e ci conosciamo tutti. Sono anche consigliere comunale. Mio padre Gaetano è stato sindaco per 14 anni». Tiberio è un uomo felice che il calcio ora lo segue solo in Tv. «Accettare lo stop forzato è stato duro, non vedevo più partite». A lui basta e avanza vivere il mare e quell’isola che lasciò bambino. «Vivevo tra qui e Pisa dove la mia famiglia aveva casa. Giocavo bene a centrocampo e quando avevo 11 anni Antonio Bongiorni mi portò al Margine Coperta vicino a Montecatini». Era la società satellite dell’Atalanta e infatti 3 anni dopo vestiva il nerazzurro. «Non c’è il mare ma Bergamo è una città fantastica. Dopo il prestito a Verona, sponda Hellas, mi sono preso la maglia da titolare della Dea. Un gruppo fantastico con Montolivo, Doni e Cigarini col quale ho giocato anche in Spagna. A Siviglia volevo dare molto di più ma i problemi al ginocchio mi hanno martoriato: quando ho smesso ho dovuto applicare una protesi». Problemi che si sono accentuati nelle esperienze con Bologna, Catania e Chievo. «Sarri mi chiamò all’Empoli, ho fatto una sola presenza e ho dovuto dire stop». Meglio l’amata Capraia. «Oltre a fare il pescatore - dice Tiberio - la prossima estate, Covid permettendo, aprirò con mia moglie un ritrovo per aperitivi e cocktail. Non lasciando naturalmente la pesca». La sua scelta Guarente non la rinnega. «Capraia è un luogo dell’anima, un posto ideale anche per Enea. Poi quando è necessario andiamo in continente. Mia moglie è di Lucca». Tra gli ex compagni è rimasto in contatto con Doni e Cigarini. «Mi ritengo fortunato perché sognavo di fare il calciatore ma il destino poteva essere più clemente. Però abitare nel posto che amo con i miei affetti non ha prezzo».