La versione degli alberi secondo Stefano Mancuso

Il botanico Stefano Mancuso presenta il suo romanzo "La versione degli alberi" a Firenze, un'opera che racconta le avventure di tre alberi in un mondo minacciato dal cambiamento climatico.

La versione degli alberi secondo Stefano Mancuso

Stefano Mancuso dirige il Laboratorio internazionale di Neurobiologia vegetale

Un mondo in cui gli alberi parlano, camminano, litigano persino. È quello di Edrevia, un universo verde al quale dà voce, nel suo secondo romanzo, La versione degli alberi (Einaudi), il botanico e neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, docente di UniFi, saggista, scrittore), ma soprattutto fra i massimi studiosi mondiali di intelligenza vegetale. Dopo aver fatto viaggiare i lettori nell’universo delle piante attraverso varie opere dall’impianto saggistico, anche se caratterizzate già da un ritmo narrativo incalzante, lo scienziato è approdato per la prima volta al romanzo lo scorso anno, con La tribù degli alberi (sempre per Einaudi). In quell’opera, grazie all’espediente narrativo, le stesse piante avevano potuto diventare in prima persona narratrici e artefici della loro storia. Ma soprattutto avevano avuto modo di esprimersi e di giudicare l’operato dell’uomo. Il secondo e ultimo tassello di questo nuovo corso è, appunto, La versione degli alberi che verrà presentato domani dall’autore a Firenze (Cango, Cantieri Goldonetta, 18.30). A introdurre l’evento, organizzato con la libreria Todo Modo, sarà Maddalena Fossombroni.

Il romanzo racconta le avventure di Laurin, Lisetta e Pino, tre alberi che, costretti dalla minaccia del cambiamento climatico, devono lasciare il mondo verde e tranquillo di Edrevia per avventurarsi all’esterno. Il loro viaggio (e il successivo ritorno a casa) possono così diventare l’occasione di un racconto su ciò che hanno visto e vissuto. Una riflessione sul diverso in generale, ma anche sul nostro mondo (o meglio su quello dei cosiddetti ‘esseri dannosi’) visto e analizzato da chi ha radici nel terreno e chiome al vento, oltre alla saggezza di una vita lunga, lenta e sempre rispettosa dell’altro.

Lisa Ciardi