Orbetello (Grosseto), 28 luglio 2024 – Ventisette chilometri quadrati di acque placide, placide. Mai un sussulto che possa allertare neanche chi passeggia sul suo bordo e, comunque, l’altezza media nell’intero bacino non va oltre il metro e mezzo. È un’Oasi (nel senso tecnico del termine) dal 1971 e nel palmares vanta anche altre tre medaglie: è Zona speciale di conservazione , è Zona di protezione speciale , è Sito Ramsar e come tale gode di una robusta dose di protezione riconosciuta anche fuori dai confini nazionali. In lunghi periodi dell’anno diventa rifugio preferito dai fenicotteri rosa e gode di ottimi vicini. A nord accarezza l’inizio del Parco della Maremma, si abbraccia con l’Oasi di Burano e allungando solo un po’ lo sguardo verso ovest si scopre dirimpettaia del Promontorio dell’Argentario e dell’Isola del Giglio, dove poi inizia la zona dell’Arcipelago Toscano. Allora cosa manca alla laguna di Orbetello per godersi tanta bellezza e quiete? L’ossigeno. Manca l’ossigeno.
La sua acqua va spesso in condizione di anossia e questo causa cicliche morìe di pesce (soprattutto spigole, orate e cefali) che lì viene allevato dalla cooperativa "La Peschereccia". La più drammatica quella del 2015, quando furono raccolti 2mila quintali di esemplari, ma più o meno nel periodo estivo di ogni anno si torna a scrutare il pelo delle acque con grande apprensione, con il timore di vedere pesci a pancia all’insù. Da una settimana a questa parte, ad esempio, nei sacchi ne sono già finiti 100 quintali.
La colpa biologica è delle alghe. Si stima che adesso ce ne siano circa 40mila tonnellate. Sornione, pronte però a depositarsi sul fondo diventando nurienti per i batteri che poi consumano l’ossigeno. "Un esperimento fatto in laboratorio – dice il biologo Mauro Lenzi –, dimostra che crescono del 17 per cento ogni giorno: ogni tonnellata ne produce altri 170 chili in 24 ore". Ma se tutto questo va avanti da decenni la colpa è essenzialmente della politica che non ha mai trovato né l’organo né i finanziamenti per fare prevenzione per arrivare ad una soluzione definitiva.
Solo per stare alla storia più recente, possiamo ricordare che dal 1992 al 2012 la laguna è stata gestita in regime di emergenza affidata a commissari (uno di questi, l’ex ministro Altero Matteoli, che poi di Orbetello diventò pure sindaco) e poi le competenze sono tornare alla Regione Toscana che ogni anno, con una gestione "ordinaria", sottoscrive un accordo di programma con il Comune di Orbetello. I fondi a disposizione? Un milione. Viene da ridere.
“Ho 62 anni e da 49 lavoro come pescatore nella laguna – dice Leandro Moretti, dipendente della cooperativa La Peschereccia –. Non ho mai visto, nemmeno nell’estate del 2015, una situazione tanto compromessa". Compromessa quanto quella della stessa cooperativa che a forza di combattere con questi disastri è andata in dissesto finanziario e adesso è in liquidazione giudiziale. Perché non bastava la strage della fauna, ci voleva anche l’affondo dei bilanci in rosso”.