BRUNO VESPA
Cronaca

Una legge da cambiare

Il commento

Bruno Vespa

Firenze, 15 gennaio 2016 - Confesso che all’inizio non avevo capito. Esistono molti casi in cui un uomo o una donna hanno avuto figli da una precedente unione eterosessuale. Perché non consentire l’adozione del bambino da parte del nuovo compagno omosessuale se i genitori biologici vengono a mancare? Beata ingenuità. Il discorso, come sappiamo, è tutt’altro. Il legittimo desiderio di maternità o di paternità viene aggirato. Per come è scritta la legge Cirinnà che la maggioranza vorrebbe approvata nelle prossime settimane, viene di fatto autorizzata la pratica che con una definizione un po’ volgare, ma chiara si chiama ‘utero in affitto’. Un uomo potrà dare il suo seme a una signora compiacente e in genere ben retribuita per poi prendersi il figlio e farlo adottare dal suo compagno. Una donna potrà comperare il seme da uno sconosciuto e dare un figlio alla sua compagna. Verrebbe cioè legalizzato un mercato sulla cui immoralità pochi hanno dubbi.

È VERO che in alcuni Paesi questa procedura è legittima, ma noi abbiamo tradizioni diverse. In quasi tutti i Paesi del mondo il pubblico ministero, di dritto o di rovescio, dipende dal governo. In Italia il tema non si può nemmeno sfiorare? Perché? Abbiamo le nostre tradizioni, si risponde,guai a violarle. Chi si oppone alle unioni civili lo fa nel timore di una loro parificazione al matrimonio. Poiché tuttavia non si è riusciti a garantire al compagno o alla compagna omosessuali i diritti che ragionevolmente spettano a un convivente, un passo in avanti viene accettato dalla stessa Chiesa. Purché sia chiaro – almeno in linea di principio – che il matrimonio tra un uomo e una donna è e resta una cosa diversa. La grande maggioranza degli italiani è infatti favorevole alle unioni civili, ma una maggioranza ancora più larga (il 70 per cento) è contraria all’adozione da parte degli omosessuali.

SI CAPISCE perciò la ragione che ha indotto Silvio Berlusconi a una virata, al di là dello scontato desiderio di mettere in difficoltà Renzi: soltanto cinque o sei dei suoi parlamentari (prevalentemente donne) ha detto che voterà a favore della legge utilizzando il doveroso voto di coscienza. Gli altri sono contrari, come lo sono 37 parlamentari cattolici del Pd: un numero troppo elevato per non impensierire il segretario – presidente del Consiglio, anche lui cattolico praticante. Renzi si trova perciò a un passaggio molto delicato del suo governo. Le unioni civili gli servonmo a placare la sinistra del suo partito, ma la coperta è corta e resta al freddo l’ala destra. Il 20 gennaio il Senato dovrà esprimere il penultimo voto sulla riforma costituzionale e non a caso il presidente del Consiglio avrebbe fissato per il giorno dopo la ‘ristrutturazione’ del governo con l’ingresso (rinviato da quasi un anno) di nuovi uomini di Alfano e vedremo se anche di Verdini. Il 26 il disegno di legge Cirinnà andrà in aula: il centrodestra, Area Popolare e i cattolici del Pd sono contrari all’adozione omosessuale. Renzi numericamente è tranquillo, grazie all’appoggio del Movimento 5 Stelle. Ma politicamente un percorso che si annunciava senza difficoltà comincia ad essere insidiato dalla nebbia.