LISA CIARDI
Cronaca

Camini e stufe non dichiarati, sorpresa in Toscana. Ecco chi rischia multe fino a 3.000 euro

L ’assessore regionale Monni: "Dati necessari per valutare l’impatto delle emissioni di Pm10" Molti cittadini colti di sorpresa

Monia Monni, assessore regionale all’ambiente

Monia Monni, assessore regionale all’ambiente

Firenze, 3 ottobre 2023 – Obbligo di accatastamento, in Toscana, per caminetti, stufe e caldaie. La norma, prevista da una delibera regionale di marzo, riguarda gli impianti casalinghi a biomasse (legna, pellet e simili) con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW, ed è entrata in una nuova fase da domenica 1° ottobre per due motivi: la partenza dei controlli e la messa a punto di una serie di meccanismi di registrazione. Per provvedere all’accatastamento occorre infatti accedere (tramite Spid o Cns) alla pagina web www.siert.regione.toscana.it. L’iter è interamente on line e gratuito. Per chi avesse difficoltà con le procedure informatiche è poi stato attivato il numero telefonico 800151822: chiamando è possibile chiedere informazioni o fissare un appuntamento in un ufficio territoriale di Arrr, l’Agenzia regionale recupero risorse.

Non essere in regola comporta una sanzione dai 500 ai 3mila euro, che però non scatta subito. In caso di verifica infatti il cittadino viene invitato a completare la procedura entro 30 giorni e solo in caso di mancato adempimento e di controllo successivo verrà multato. Dall’obbligo di accatastamento sono escluse le cucine economiche, ovvero le stufe dedicate alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento, ma anche i camini chiusi, quelli dismessi e quelli presenti in case che non abbiano altri impianti termici. Infine, gli impianti con potenza superiore a 10 KW (solitamente camini chiusi con inserti e particolari stufe e caldaie) dovranno essere accatastati da un tecnico e non dai cittadini sul Siert, il Sistema informativo energetico regionale.

In passato sono state incentivate come forme di riscaldamento alternative ed ecologiche. Poi, in base a studi più recenti, le stufe e le caldaie a pellet, insieme ai camini, sono finite sul banco degli imputati come responsabili di gravi forme d’inquinamento atmosferico. E, da qui, è iniziato un approccio completamente diverso alla questione, che ha interessato anche la Toscana: dalle limitazioni all’uso dei caminetti (se non strettamente necessari per riscaldare le abitazioni) agli incentivi per i biotrituratori, da usare per liberarsi di rami e residui vegetali in alternativa al fuoco, soprattutto in zone in cui, come la Piana lucchese, il problema è più marcato. L’ultimo provvedimento, scattato a marzo, intende mappare il fenomeno chiedendo ai cittadini di accatastare caminetti, stufe e caldaie con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW, per avere un quadro chiaro del loro numero e della collocazione. A spiegare il senso del provvedimento, l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni.

Quali sono le motivazioni della delibera regionale?

"La presenza di sostanze inquinanti in atmosfera, a partire dalle polveri sottili Pm10, è notoriamente causa di molti problemi di salute e tra i principali fattori inquinanti delle nostre città ci sono proprio gli impianti a biomassa. I dati scientifici dicono che un caminetto emette polveri fini, ovvero Pm10, pari a 840 grammi per giga joule, una stufa a legna 760, una a pellet 29. Al contrario, una caldaia a metano, come quelle delle nostre case, emette 0,2 grammi di Pm10 per giga joule. In pratica, a parità di energia prodotta, un camino aperto inquina come 4.200 caldaie".

A cosa serve, nello specifico, l’accatastamento?

"La Regione vuole sapere quanti camini e quante stufe sono presenti sul territorio: questo dato è fondamentale per mettere in relazione la diffusione di questi impianti e la presenza di Pm10, ma anche per migliorare le politiche per il contrasto dell’inquinamento atmosferico. Si tratta di una misura a carattere regionale ma che si inserisce, insieme a molte altre, nelle disposizioni a tutela della qualità dell’aria emanate dopo le indicazioni e le sentenze della Corte Europea".

La prospettiva delle multe però ha già scatenato qualche malumore…

"Voglio tranquillizzare i cittadini che hanno in casa caminetti: la procedura è semplice, intuitiva e gratuita, non ha quindi una finalità prettamente sanzionatoria. L’accatastamento ci consentirà di acquisire un importante dato conoscitivo, utile sia sul fronte della salute, sia su quello della sicurezza".

E per chi comunque avesse difficoltà a compilare i moduli?

"Già adesso la procedura può essere svolta sia autonomamente che con l’ausilio del personale dell’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr). In più, nell’ambito dei controlli che in futuro potranno essere fatti dagli ispettori regionali, verrà data la possibilità di mettersi in regola sul momento, senza che siano emesse sanzioni e informando in diretta il cittadino sulla procedura da seguire per l’accatastamento del camino".