Leonardo Fabbroni è il nuovo Presidente nazionale di Confartigianato Legno

Ad affiancarlo, nel ruolo di vice Presidenti, saranno Samuele Broglio (Piemonte) e Stefano Mazzoleni (Lombardia)

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Arezzo, 18 settembre 2024 – Il nostro Leonardo Fabbroni è il nuovo Presidente nazionale di Confartigianato Legno. Ad affiancarlo, nel ruolo di vice Presidenti, saranno Samuele Broglio (Piemonte) e Stefano Mazzoleni (Lombardia). A completare il Consiglio nazionale, con il compito di definire le linee politiche generali di azione della categoria, i Presidenti regionali Alessandra Cuman (Veneto), Andrea Fantini (FVG) Antonio Menniti (Calabria), Daniele Lampa (Lazio), Enrico Bricca (Emilia Romagna), Matteo Manuali (Marche), Saverio Massimo Marzigliano (Puglia) e Tullio Polo (Trentino).

Il programma di mandato del Presidente prevede tra le priorità il rafforzamento delle relazioni con le Istituzioni e con il territorio; il mantenimento delle politiche di incentivazione, essenziali per gli investimenti delle famiglie e l’efficientamento energetico degli edifici; porre in atto azioni per fronteggiare il continuo aumento del prezzo delle materie prime; trovare una soluzione per risolvere il problema del divieto di importazione del legno di betulla da Russia e Bielorussia; intervenire a livello legislativo per calmierare i costi di ritiro e smaltimento del materiale di scarto delle lavorazioni; trovare strumenti e sinergie per meglio orientare i giovani verso le scuole professionali del legno e valorizzare l’alta formazione; mantenere un forte presidio dei tavoli di normazione tecnica nazionali ed europei.

“La mia candidatura nasce dalla volontà di proseguire l’impegno dopo aver ricoperto il ruolo di consigliere nazionale – ha dichiarato Fabbroni -. Come molti altri settori anche il comparto legno sta vivendo un periodo di profonda metamorfosi, a cui le nostre imprese fanno fatica ad adeguarsi. Negli ultimi vent’anni, anche a seguito del cambiamento del gusto dei clienti, polarizzato su produzioni standardizzate ed a basso costo, il numero delle imprese si è assottigliato e i vari distretti presenti sul territorio sono entrati in crisi. A ciò vanno aggiunte le difficoltà a reperire risorse qualificate in grado di poter supportare un adeguato passaggio generazionale e d’impresa capace di supportare il mercato e non disperdere il patrimonio culturale di cui i nostri imprenditori sono portatori”.