
Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)
Firenze, 26 settembre 2019 - I militari della Guardia di Finanza stanno effettuando perquisizioni a Firenze, Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena legate all'inchiesta della procura fiorentina sulla Fondazione Open, di cui era presidente l'avvocato Alberto Bianchi, che era stata costituita per sostenere le iniziative politiche dell'ex premier Matteo Renzi. Secondo quanto appreso, la procura, tra i reati contestati nell'inchiesta a vario titolo, considera riciclaggio, traffico di influenze, autoriciclaggio e finanziamento illecito.
La Fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018, era nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi, tra le quali la convention della Leopolda.
L'avvocato fiorentino Alberto Bianchi, ex presidente della fondazione Open, nata per sostenere le iniziative di Matteo Renzi tra cui la Leopolda, è già indagato per traffico di influenze illecite in questa stessa inchiesta dalla procura di Firenze.
L'inchiesta sulla fondazione Open - da cui sarebbero scaturite queste perquisizioni - è emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell'avvocato Bianchi. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione.
A quanto si apprende le perquisizioni disposte dalla procura di Firenze ed eseguite dalla Guardia di finanza sono oltre una ventina e riguardano, anche case e uffici di finanziatori della fondazione. E, secondo quanto riporta l'Ansa, le Fiamme Gialle starebbero cercando anche carte di credito e bancomat che sarebbero stati messi a disposizione di parlamentari. e documenti - come ricevute - relativi a presunti rimborsi spese versati dalla Open ad alcuni parlamentari.
"Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinché sia fatta chiarezza prima possibile sull'indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito... E' stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco". Lo afferma in una nota l'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open.
RENZI - "Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Cosa facesse la Fondazione è noto, avendo - tra le altre cose - organizzato diverse edizioni della Leopolda. E se è giusto che i magistrati indaghino, è altrettanto giusto che io mi scusi con decine di famiglie per bene che stamattina all'alba sono state svegliate dai finanzieri in tutta Italia solo perché un loro congiunto ha sostenuto in modo trasparente la nostra attività politica". Matteo Renzi commenta con una lunga nota su facebook le notizie relative agli atti di indagine nei confronti della Fondazione Open. "Questa mattina - dice Renzi sul social network - centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno perquisito all'alba abitazioni e uffici di persone fisiche e giuridiche "colpevoli" di aver finanziato la Fondazione Open. Un'operazione in grande stile, all'alba, di forte impatto mediatico. La decisione è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l'arresto per i miei genitori, provvedimento - giova ricordarlo - che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame. Ma il danno mediatico, e psicologico, ormai era già stato fatto".
Il leader di Italia Viva spiega di essere "giunto al paradosso di dare un suggerimento per il futuro alle aziende: vi prego non finanziate Italia Viva se non volete passare guai di immagine. È un paradosso perché proprio noi avevamo voluto l'abrogazione del finanziamento pubblico e un sistema trasparente di raccolta fondi all'americana. Ma se fare un versamento regolare, volontario, tracciabile e trasparente (ovviamente non a tutte le migliaia di fondazioni politiche del nostro Paese ma solo a qualche specifica fondazione) diventa occasione per una perquisizione e relativo battage mediatico mi rendo conto che sia molto difficile in questo Paese finanziare liberamente la politica. O almeno qualche politico".
Perquisito e indagato nell'inchiesta sulla fondazione Open l'imprenditore Marco Carrai, 44 anni, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. È quanto si apprende da fonti vicine all'inchiesta. La Guardia di finanza ha perquisito l'ufficio di Carrai a cui è stato notificato anche un avviso di garanzia. Secondo quanto emerge, l'imprenditore sarebbe stato riferimento dentro la fondazione di parte dei finanziatori su cui si è diretta l'attenzione della procura di Firenze negli ultimi sviluppi dell'inchiesta e che sono stati perquisiti oggi. Carrai, da tempo amico di Matteo Renzi, all'interno di Open, si sarebbe occupato proprio dei finanziatori.