Firenze, 11 maggio 2015 - Buongiorno, ho notato che avete smesso di fare la vostra battaglia per la realizzazione della Legge sull’omicidio stradale. Come mai? Battaglia persa o direttive dall’alto?
D. B.
GENTILE signor D.B, rispondo volentieri, anche se ritengo che chi avanza critiche così severe avrebbe dovuto avere il buon gusto di firmarsi per intero. La Nazione ha condotto, unico quotidiano in Italia, una battaglia per sostenere la legge sull’omicidio stradale. Dopo oltre venti pagine di servizi, interviste, dibattiti sono stato ricevuto dal sottosegretario Luca Lotti, poi dalla Commissione Giustizia del Senato, cui ho consegnato il nostro lavoro. Sia Lotti sia il presidente della Commissione, Nitto Palma, ci hanno ringraziato. Le nostre pagine sono state acquisite agli atti del Parlamento. Adesso la parola spetta al Senato, che sta lavorando, e sul cui operato vigiliamo. Se dovesse fermarsi, riprenderemo a martellare. Nessun ordine dall’alto, quindi, che non è arrivato, e al quale comunque non avremmo obbedito. Comprendo che lo spirito toscano è quello della critica, capisco che sia tutto sbagliato e tutto da rifare, ma mi pare che i suoi appunti siano prima che ingiusti, sbagliati. Sa che cosa le avrebbe risposto mia nonna?: "Troverai chi ti fa peggio".