Firenze, 11 agosto 2015 - Caro direttore, non capisco questo gran dibattito sul Senato elettivo. Io penso che, se il Senato ci deve essere, debba essere eletto dai cittadini, altrimenti è meglio toglierlo.
Mario Scavini, Firenze
aro Scavini, penso che il cuore della riforma costituzionale che in autunno dovrà avere il secondo via libera per avviarsi faticosamente alla definitiva approvazione sia l’abolizione del cosiddetto "bicameralismo paritario", ossia il doppio passaggio – al Senato alla Camera – per ogni legge che deve essere approvata. Un meccanismo che esiste solo in Italia e che rende il procedimento legislativo lungo e farraginoso. Qui sta il cuore della riforma. Se poi i senatori che restano a palazzo Madama vengano o meno eletti, e se mai eletti in quale modo, mi pare una questione tutto sommato secondaria. Trasformandosi il Senato in una sorta di camera delle autonomie penso però sia giusto che i senatori vengano nominati dai consigli regionali, magari eletti in un listino a parte al momento del voto regionale. Ma non mi impiccherei alla questinoe, e mi fa ridere la cosiddetta «minoranza Pd» che ne fa una questione di vita o di morte, di sopravvivenza democratica.