Firenze, 24 agosto 2015 - Caro direttore, nei prossimi giorni mio figlio si dovrà iscrivere all’università, affrontando anche i test. Io sono preoccupata del fatto che, fra quattro o cinque anni, se va bene, dopo tante spese e sacrifici da parte della famiglia, si possa ritrovare con in tasca un foglio di carta che non vale nulla.
Elena Tonelli, Siena
Cara signora, di fronte alla scelta di un figlio di affrontare il lungo percorso di studi universitari, non si può che essere ottimisti. Negli Stati Uniti ci sono famiglie che fanno mutui per garantire ai figli il miglior curriculum universitario possibile. A volte servono anche centomila dollari, però una buona laurea può garantire da subito uno stipendio annuale capace di ripagare tutto il mutuo. Insomma, la laurea vista come un investimento. Non si può dire che da noi le cose siano sempre andate così. Però qualcosa, nel complicato mondo della scuola, sta progressivamente cambiando. E la scelta di portare il corso di laurea in giurisprudenza a cinque anni va in quella direzione. Nel frattempo nel mondo del lavoro si sta riaffermando un criterio di meritocrazia che per troppo tempo è mancato. L’augurio è che i nostri figli, oltre che profondere il massimo impegno negli studi, trovino insegnanti all’altezza della situazione. Scegliere bene conviene.