Pier Francesco De Robertis
Cronaca

Quale privacy all'ora di pranzo

Il Direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 15 giugno 2015 - Caro direttore, ormai è una rimostranza continua quella relativa alla pubblicità telefonica per l’acquisto di beni o servizi. Una forma di pubblicità fastidiosa, perché spesso avviene all’ora dei pasti. E’ mai possibile che il Garante della privacy, che conosce tali situazioni, non riesca a intervenire in modo efficace?

Nicodemo Settembrini, Arezzo

CARO SETTEMBRINI, il problema è noto ed è un problema. Perché la pubblicità non solo è legittima ma è anche un veicolo positivo per tante aziende, è una forma espressiva con un suo linguaggio definito ed è un modo per alimentare il sistema economico. Quindi largo alla pubblicità se fatta bene, se non ingannevole, se non eccessivamente invasiva della privacy, se fatta in sostanza nel rispetto di tutti. Cosa che talvolta non accade da parte di una larga parte di aziende, anche molto note. Ma per risponderle, la faccio a mia volta una domanda: invece che scrivere a un giornale, si è prima rivolto con una segnalazione circostanziata al Garante della concorrenza e del mercato? Sa che questa istituzione, di cui su internet potrà trovare tutti i riferimenti (www.agcm.it) è preposta a raccogliere segnalazioni come la sua e ad agire di conseguenza?