
Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi
Roma, 13 agosto 2021 - Restano il metro di distanza e le mascherine. Via libera in consiglio dei ministri al pacchetto di norme per la riapertura della scuola in presenza. Dal green pass per i docenti all’uso della mascherina e alle regole per il distanziamento, il decreto approvato dal governo individua le principali misure per il rientro in aula, che saranno accompagnate da un apposito piano operativo predisposto dal Ministero dell’Istruzione. Il piano ha avuto l’ok di Regioni, Comuni e Province e sarà inviato alle istituzioni scolastiche insieme ad uno specifico protocollo di sicurezza per il settore scuola.
“Il Ministero è al lavoro da mesi per la ripartenza di settembre - chiarisce il Ministro Patrizio Bianchi -. Da febbraio abbiamo sempre guardato a questo obiettivo e ci siamo impegnati costantemente per raggiungerlo, in collaborazione anche con le Regioni e gli enti locali, che ringrazio. Abbiamo stanziato oltre 2miliardi per il rientro in sicurezza - prosegue Bianchi, - compresi 270milioni per l’edilizia scolastica leggera e l’affitto di spazi ulteriori per la didattica. Fondi che distribuiremo, per la prima volta, tenendo conto in via prioritaria della quantità di alunni presenti sui territori e delle classi numerose”.
Le decisioni del governo
Il decreto legge approvato prevede che nell’anno scolastico 2021-2022 l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado dovrà essere svolta in presenza. La misura è derogabile con provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome esclusivamente nelle zone arancioni e rosse, solo in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità e per singole istituzioni scolastiche o per quelle presenti in specifiche aree territoriali. Il confine della deroga, dunque, risulta essere ben delineato.
Restano il metro di distanza e l'uso delle mascherine. Dove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici non consentono il distanziamento di sicurezza interpersonale di un metro, è previsto sempre l’obbligo delle mascherine. Queste ultime non dovranno essere indossate dai bambini di età inferiore ai sei anni e dai soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso di questi dispositivi. Resta ferma, come lo scorso anno, l’impossibilità di accedere o permanere nei locali scolastici in caso di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea che supera i 37,5°.
Tutto il personale scolastico dovrà possedere il green pass, che costituisce requisito essenziale per lo svolgimento del proprio lavoro. Il mancato rispetto del requisito è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso. Questa disposizione non si applica al personale che, per motivi di salute, è esente dalla campagna vaccinale secondo i criteri indicati dal Ministero della Salute. I lavoratori fragili sono tutelati. Il green pass non è previsto per studenti e studentesse.
Il Ministro Bianchi ricorda che “il mondo della scuola è quello che ha reagito di più e più prontamente all’appello alla vaccinazione” e ringrazia “l’85% del personale scolastico che si è vaccinato”.
La somministrazione dei pasti nelle scuole dovrà essere effettuata da personale anch’esso dotato di green pass che indossi dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Si prevede inoltre una maggiore tutela legale per il personale scolastico che, nell’adempimento dei doveri d’ufficio, debba trovare soluzione a problemi tecnico scientifici di particolare difficoltà.
Il Piano scuola
Le scuole riceveranno un apposito piano operativo predisposto dal Ministero, insieme ad un protocollo di sicurezza dedicato al settore scolastico. Somministrazione dei pasti, cura degli ambienti, la conferma della figura del referente Covid, le regole relative all’educazione fisica, l’utilizzo delle palestre, le assemblee studentesche, studenti con disabilità sono alcuni dei temi toccati dal piano che consente alle scuole di organizzare le loro attività per il prossimo anno e tiene conto delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico dello scorso 12 luglio.
Il no dei sindacato
Nulla di fatto, al momento, sul protocollo sicurezza delle scuole in vista dell'avvio del nuovo anno. Se non nera è fumata grigia al termine dell'incontro svolto tra sindacati e tecnici del ministero dell'Istruzione. Le organizzazioni sindacali non hanno apposto la firma al documento e nelle prossime settimane si cercherà una intesa. Sul tavolo una serie di criticità che dovranno essere affrontare per arrivare, entro la fine di mese, ad un accordo. In primo luogo il green pass: per i sindacati ci sono ancora nodi da sciogliere legati alla certificazione verde, obbligatoria per il personale scolastico, a cominciare dai controlli. «Chi svolgerà questa attività? Il personale amministrativo potrà essere coinvolto?», le domande poste nel corso del confronto svolto in videoconferenza. Anche sull'aspetto legato alla privacy vi sono elementi da valutare e per i sindacati sarebbe necessario un passaggio al garante, così come servono, a detta delle sigle di categoria, elementi di chiarezza anche sui tamponi, soprattutto per quella fetta di docenti che decideranno di non aderire alla campagna di vaccinazione. A loro spetterà effettuare test ogni tre giorni, una attività che ha un costo. Alcune sigle chiedono che ad accollarsi non sia il dipendente e, in certi casi, prevedere la possibilità di quote di test gratuiti.
«Ci sono delle lacune su cui si deve lavorare», afferma la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Tutto è stato aggiornato a dopo Ferragosto, anche per quanto riguarda la questione legata al distanziamento. «Il rischio è che si creino classi pollaio, con 27-28 alunni», spiega un rappresentante sindacale. Nella bozza del documento su questo punto si afferma che nelle classi si dovrà rispettare una distanza «interpersonale di almeno un metro» e di «due metri tra i banchi e la cattedra del docente», garantire un «buon ricambio d'aria» e l'uso delle mascherine chirurgiche. Nel documento di venti pagine, a cui saranno apportate modifiche, si «raccomanda» in linea generale di mantenere la «distanza di sicurezza» e «laddove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici, legate anche alla disponibilità di risorse umane e alle conseguenti ripercussioni organizzative, non lo consentano» resta «fondamentale mantenere, potenziare e modulare le altre misure non farmacologiche di prevenzione» incluso «l'obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico”. In tema dispositivi di protezione, nella bozza si afferma che è «obbligatorio, per chiunque entri negli ambienti scolastici» adottare «precauzioni igieniche e l'utilizzo di mascherine nonché sottoscrivere apposita autocertificazione». A prescindere dalla situazione epidemiologica «il dispositivo di protezione respiratoria previsto per gli studenti è la mascherina» così come per il personale scolastico. Le indicazioni per gli alunni di età compresa «tra sei e undici anni» sono le stesse degli altri studenti più grandi mentre non ne è previsto l'uso per i bambini sotto i sei anni di età. L'obbligo dell'utilizzo è «derogato per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità». Il rischio di assembramenti va scongiurato e nella bozza si afferma che «nel caso di file per l'entrata e l'uscita dall'edificio scolastico, occorre provvedere alla loro ordinata regolamentazione al fine di garantire l'osservanza delle norme sul distanziamento».