
Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)
Firenze, 11 novembre 2018 - Un'indagine conoscitiva interna, dettagliata, sulla libera professione intramoenia (quella effettuata dentro le strutture del servizio sanitario pubblico) per verificare se i medici rispettano la legge che impone loro di svolgere almeno il 50% dell’attività complessiva in regime istituzionale (cioè nel pubblico), ma anche per monitorare i guadagni sia dei professionisti sia delle singole aziende toscane.
La Regione intende approfondire il fenomeno. E per questo, con una lettera inviata a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie della Toscana, l’assessore regionale alla Sanità chiede il resoconto dell’attività intramoenia effettuata da tutti i medici dipendenti del sistema sanitario pubblico.
Nello specifico Stefania Saccardi vuol sapere «urgentemente», come sottolinea nella sua email, sia gli incassi derivati da libera professione di ciascuna azienda, sia i ricavi eventuali che restano a disposizione di asl e aziende ospedaliere, una volta detratte le spese che vengono sostenute per il personale necessario a garantire la libera professione intramoenia. Per conoscere esattamente l’incidenza del fenomeno, inoltre, Saccardi chiede di confrontare per ciascuna unità operativa, i volumi di produzione in attività istituzionale e libero professionale: questo passo è indispensabile per verificare se e in quanti casi, l’attività privata dei medici superi quella svolta nel pubblico, che oltre a determinare un illecito, contribuirebbe a far lievitare in modo anomalo le liste d’attesa.
Il carattere d’urgenza impresso alla richiesta, delinea la volontà di avere in mano un quadro esatto della situazione prima di inoltrarsi nell’approfondimento della proposta di legge fortemente voluta dal governatore toscano Enrico Rossi per limitare la libera professione in intramoenia dei medici a 10 ore settimanali (di cui 5 acquistate dal servizio sanitario pubblico per abbattere le attese e pagate con superstraordinari) e per cancellare progressivamente l’attività in extramoenia (nel privato puro, fuori dalle strutture pubbliche).
Riguardo alla libera professione intramoenia, il consigliere regionale della Lega, Jacopo Alberti, chiederà l’istituzione della commissione conoscitiva «per cercare una soluzione condivisa», inoltre, dice Alberti, «vogliamo anche lavorare sulle limitazioni dei costi delle visite, argomento su cui per una volta ci troviamo in linea con quanto affermato dall’assessore Saccardi».