ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Liste d’attesa, pressing Corte dei Conti. La Toscana si difende: "Richieste raddoppiate"

La Regione alza le braccia: "Impossibile riuscire a stare nei tempi con queste percentuali d’aumento". I magistrati contabili valuteranno i correttivi messi in campo entro metà aprile. Cittadini inferociti

Firenze, 23 marzo 2024 - Cittadini esasperati e sistema in affanno. Sembra che per le liste d’attesa, nonostante le molteplici azioni messe in campo dalla Regione, non si riesca a trovare la cura giusta. Per alcune visite specialistiche, esami e interventi chirurgici, i tempi di attesa sono fuori controllo, in particolar modo in alcune aree della Toscana, quelle più densamente abitate (dal capoluogo alla costa). La causa? Per la Regione è l’onda anomala di prescrizioni. Un aumento spaventoso di richieste che per le prime visite si traduce (dal 2019 al 2023) in una crescita del 34%, mentre per gli esami arriva al 42,5% e, in particolare, per Tac e risonanze supera il 60%. Una marea che continua a montare anche nel 2024: nei primi tre mesi l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 è del 20%.

Con questi numeri la Regione sostiene che nessun sistema sanitario pubblico sia in grado di reggere all’urto. E così scrive anche nella relazione di controdeduzioni inviata alla Corte dei Conti. Tra i fattori che potrebbero contribuire all’aumento di richieste: dal banale errore del medico prescrittore riguardo a prime visite o controlli, ai nuovi medici di famiglia che – non conoscendo bene i pazienti – hanno lo scrupolo di sottoporli ad accertamenti, all’errato invio al Cup degli specialisti che, dopo aver effettuato visita o intervento, dovrebbero fornire direttamente l’appuntamento per i controlli.

Fatto sta che di nuovo dal fondo sanitario che arriva dallo Stato sono stati staccati 32 milioni per abbattere le liste d’attesa: i sistemi sono gli stessi degli altri anni, chiamare in causa il privato convenzionato cercando la massima resa con la minima spesa (metodo competitivo), far lavorare di più il personale investendo nell’attività aggiuntiva (il superstraordinario utilizzato in sanità). Con una novità: la partenza della sperimentazione del progetto ’Clessidra’, l’ultima delibera arrivata in materia, con cui i medici che effettuano l’attività aggiuntiva vengono pagati con 500 euro di extra per dieci visite. Come se le Asl pagassero i professionisti anziché i privati per avere prestazioni in più.

Le maggior criticità per le prime visite specialistiche si riscontrano in urologia, otorinolaringoiatria, dermatologia, pneumologia. Spirometria ed elettromiografia sono gli esami che richiedono tempi più lunghi.

Ma l’esperienza di ogni singolo cittadino è unica: arrivano valanghe di segnalazioni per attese di oltre un anno anche per una semplice ecografia all’addome. Cosa c’è che non va? Perché sembra che non si riesca a rimettere il sistema nei binari? Tra l’altro risulta odioso a chiunque sentirsi ripetere che c’è da aspettare un anno per poi riuscire a prenotare la stessa visita in intramoenia nel giro di pochi giorni.

Benefici dalle passate azioni non se ne sono visti molti, almeno nei grandi numeri, eccezion fatta per quei cittadini che non trovando risposta nel sistema entro i tempi previsti possono rivolgersi al cosiddetto ‘superCup’: sono circa il 30%.

Oltre a essere fuori legge, le liste chiuse erano state messe al bando anche da una delibera che prevedeva un sistema incrociato di controlli di manager delle aziende sanitarie. Risultato? Chiamando il Cup capita frequentemente di sentirsi dire che al momento non ci sono liste. E su questo e altri punti la Regione era stata richiamata dalla Corte dei Conti: nel gennaio dello scorso anno con un documento di cento pagine i magistrati contabili della sezione controllo avevano chiesto di mettere un argine al problema delle liste d’attesa, delle liste di chiuse e di gestire con criterio il sistema preliste.

La Corte dei Conti non ha lasciato che il problema passasse in cavalleria, è tornata a chiedere che la Toscana si rimetta in riga, adottando misure correttive, prima di pronunciarsi definitivamente con la verifica entro metà aprile. La Regione ha inviato un documento di controdeduzioni. Pronta ad alzare le braccia, quasi in segno di resa, se il numero delle richieste continua ad aumentare a questo ritmo. "E’ innegabile che permangano delle difficoltà a garantire l’erogazione delle prestazioni nei tempi massimi previsti dalla norma regionale e nazionale – è scritto nella relazione alla Corte dei Conti – La situazione più critica riguarda le visite specialistiche".