«L'italiano in Italia, l'italiano in Europa», l'evento al campus del Pionta

La sede aretina dell'Università di Siena, ha deciso di celebrare la Giornata europea delle Lingue. Ad aprire la giornata è stato Paolo D'Achille, presidente dell'Accademia della Crusca

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Arezzo, 26 settembre 2024 – «L'italiano in Italia, l'italiano in Europa», è il titolo dell'evento con cui il campus del Pionta, sede aretina dell'Università di Siena, ha deciso di celebrare la Giornata europea delle Lingue. Ad aprire la giornata è stato Paolo D'Achille, presidente dell'Accademia della Crusca che si è concentrato nel corso del suo intervento sulla posizione della lingua italiana nell'ambito del plurilinguismo nazionale e internazionale. «La lingua italiana – ha detto - è una lingua che richiede attenzione maggiore di quanto di solito le venga riservata perché, per un verso, essendo una lingua parlata dalla maggioranza della popolazione, si pensa che tutti la possiedano, ma per un altro verso è una lingua con una lunga tradizione che, da quando è parlata, si è messa in moto». Quindi, ha aggiunto D'Achille, «bisognerebbe cercare di rafforzare il contatto della lingua della tradizione, a cui l'italiano deve la sua fortuna internazionale, con la lingua della realtà, quindi rendersi conto di quelli che sono i cambiamenti

naturali di ogni lingua viva e di quelle che sono, alcune diciamo pure, degenerazioni dovute ad una scarsa cura della lingua soprattutto nello scritto o per una eccessiva acquiescenza e influenza dell'inglese». Paolo D'Achille si è soffermato sui dialetti. «Hanno avuto una grande importanza - ha sottolineato - perché prima che ci fosse la lingua nazionale hanno rappresentato una forma normale di comunicazione. Poi si tratta di lingue sorelle dell'italiano perché anch'esse derivate da latino. Ad un certo punto nell'ambito della letteratura, della trattatistica e della scienza c'è stato un primato del fiorentino toscano, che è diventato una lingua, ma i dialetti hanno continuato ad operare, hanno avuto alcuni di essi anche una grande trazione letteraria e dopo l'Unità d'Italia sono riusciti a vivificare e rinnovare la lingue italiana portando anche le culture regionali nella cultura nazionale»