FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Odissea ferrovie: due ore da Livorno a Siena, tre per Arezzo. “Poche linee, treni vecchi”

Rfi per sdoppiare il traffico a Firenze ha messo in campo 3 miliardi di euro. Il calvario di una maestra 29enne: “Viaggi estenuanti e ritardi frequenti”

Toscana, 13 gennaio 2025 – “Per un guasto agli impianti di circolazione, i treni potranno subire ritardi, variazioni o cancellazioni”. Anche la Toscana con la dorsale tirrenica paga questo dazio. Un vero anatema per viaggiatori sporadici o peggio per i pendolari.

Firenze resta il passepartout d’Italia strutturalmente sovraccaricato dalle corse della rete regionale e dell’alta velocità. Rfi lo sa, tanto da aver cantierizzato lo sdoppiamento dei traffici con 2,7 miliardi di euro per far passare dal 2028 le Frecce in gallerie sotterranee (con fermata prevista nella nuova stazione Belfiore), liberando Santa Maria Novella, pronta a ospitare 616 treni regionali, oltre duecento in più dello standard attuale. Ma la Regione ha sete di collegamenti.

Treni, la via crucis dei pendolari. Corse per Firenze, un’ora di ritardo. Un altro guasto manda in tilt la linea
Quotidiane disavventure per i pendolari. Non sono rari i casi di guasti che provocano ritardi e conseguenti disagi per chi viaggia ogni giorno

Da un decennio si parla (e si litiga) di dove localizzare la Medioetruria. La gemella della Mediopadana, per collegare l’entroterra aretino all’Umbria. La Siena-Firenze sconta un’arretratezza tecnologica non trascurabile.

Tanto da rendere necessario il raddoppio e l’elettrificazione della linea Empoli-Siena. Nei giorni giusti, ancora si vedono sui binari le littorine anni ’70. Nella città del Palio, i treni son per la maggior parte alimentati a gasolio.

E la costa? Risente puntualmente del complesso d’inferiorità rispetto alla sindrome del “Firenzecentrismo”. Intanto perché priva dell’Alta Velocità vera. Notare bene: i pantografi in dote ai Frecciarossa o privati come Italo non sono gli stessi dei regionali, intercity o frecciabianca. Da Livorno, la porta d’accesso al mare della Toscana, servono almeno due ore (con cambio tassativo) per arrivare a Siena. Tre in direzione Arezzo, con cambio a Firenze.

“Sono un’educatrice d’infanzia di Livorno che sta concludendo la magistrale di Scienze dell’educazione a Siena. Solo che la facoltà è distaccata ad Arezzo – racconta la 29enne Daniela Malloci –. Ormai spostarsi in treno da Livorno ad Arezzo per gli ultimi esami è diventato un calvario. Tre ore di viaggio con un cambio nel 2025 sono troppe e i ritardi sempre più frequenti".

Ma ancor più calzante è la dorsale tirrenica. Da Livorno a Roma di alta velocità pura, manco a parlarne. Oltre 310 chilometri di tratta nel 2025 ancora coperti, volendo, in 4 ore con un regionale-veloce: 37 fermate onnicomprensive, dalle frazioncine come Populonia fino a Talamone e Santa Marinella.

I ritornelli della politica, da destra a sinistra, parlano legislatura dopo legislatura di “urgenti interventi da effettuare per garantire l’ammodernamento e l’efficientamento della linea ferroviaria Tirrenica”, come dimostra un ordine del giorno di un consigliere di minoranza di Forza Italia in quel di Grosseto.

Intanto, nel sabato nero di Trenitalia per la tempesta perfetta scatenata a Milano Centrale, il treno 4124 (Roma-Pisa) ha viaggiato con 38 minuti di ritardo per un “guasto tecnico sulla linea”. Peggio, è andato per la reazione a catena che ha causato il “guasto agli impianti di circolazione” a Tarquinia: il Grosseto-Roma (4511) si è impantanato, fermo con 54 minuti di ritardo a Montalto di Castro, mentre il Roma-Pisa (4136) di minuti di ritardo ne accumulava 49. Scene di ordinari ritardi su una dorsale mal servita da anni, che diventa un danno quotidiano non solo per i pendolari ma anche sotto il punto di vista economico per i numeri treni merci.