Privitera
A dividerle c’è l’Appennino, ma anche questo può essere questione di punti di vista. Perché le montagne tra Toscana ed Emilia Romagna possono essere motivo di distanza ma anche di vicinanza: ogni rapporto, comunicazione, scambio commerciale e contaminazione tra il Nord e il Sud d’Italia sono passati obbligatoriamente da lì. E oggi con il patto dell’Appennino le due regioni diversamente simili tornano a provarci, a mettere nero su bianco un’intesa per trovare soluzioni e visioni condivise e per immaginare e costruire un futuro di maggiori azioni in sinergia, puntando più su quanto le unisce piuttosto che su quanto le divide. Certo è un peccato che negli ultimi anni questo tentativo non sia andato concretamente in porto. E’ il caso dell’unione fa la forza per la candidatura comune a sede delle Olimpiadi 2036 lanciata già dalle testate del nostro gruppo sei anni fa. Un’idea che riscosse successo, allora, ma che dopo una fiammata di entusiasmo la politica non ebbe la volontà o la capacità di portare avanti con decisione. Forse potrebbe essere la volta buona di arrivare a qualcosa di concreto senza smarrirsi di nuovo per strada. L’incontro di ieri a Firenze tra i due governatori, Eugenio Giani e Michele De Pascale, potrebbe essere un primo mattone per cominciare a costruire questo sogno, un’occasione unica per le due regioni di salire sul palcoscenico internazionale grazie allo sport. Qualche risultato negli ultimi tempi è stato portato a casa, a cominciare proprio dallo sport con il Tour de France, ma anche con gli eventi dedicati a Dante nei 700 anni dalla morte. Basta mettersi al lavoro e crederci, senza dimenticare nel frattempo anche gli altri obiettivi meno ambiziosi che potrebbero avere un grande aiuto dall’azione comune. Un esempio? Il rilancio delle storiche linee ferroviarie minori che oggi arrancano – come ricordato anche dal presidente dell’Abi Patuelli – dalla Porrettana alla Faentina.