PAOLO PACINI E LUCA GALEOTTI
Cronaca

L’operaio morto alla Kme: il blocco non è scattato. Il corpo recuperato solo a tarda notte

Lucca, Nicola Corti è rimasto schiacciato dai rulli dello strumento laminatoio. C’è da capire perché l’impianto fosse attivo quando lui ha varcato il cancelletto

L'operaio morto alla Kme

L'operaio morto alla Kme

Lucca, 17 maggio 2024 – Dolore, sgomento, rabbia. E tanti interrogativi, purtroppo ancora senza risposta. Lutto a Fornaci di Barga, in Lucchesia, per la tragica fine di Nicola Corti, l’operaio di 50 anni rimasto stritolato mercoledì sera tra due bobine nel reparto laminatoio dell’ottone all’interno della KME, storica azienda metalmeccanica di Fornaci.

Lo stabilimento ieri era fermo per lo sciopero immediato proclamato subito dopo la tragedia, ma per decisione dell’azienda, condivisa dai sindacati FIM, FIOM e UIL, resterà chiuso per lutto fino a lunedì 20 maggio. Nel frattempo si cerca di ricostruire la dinamica del fatale incidente sul lavoro costato la vita a un operaio molto esperto, che lavorava a quelle macchine da trent’anni. Nessuno si sbilancia in ipotesi, si attende che la Procura faccia piena luce. Il magistrato Laura Guidotti, titolare dell’inchiesta, ha aperto un fascicolo al momento senza indagati. Chiaramente, come sempre in questi casi, l’attenzione è rivolta ai datori di lavoro e ai responsabili della sicurezza. E’ stata intanto sequestrata da carabinieri e servizio PISLL dell’Asl la linea dell’impianto.

Nelle prossime ore il pm Guidotti affiderà a un medico legale l’incarico di eseguire l’autopsia sulla salma dell’operaio, recuperata con difficoltà solo intorno alle 4 di notte. La Procura a breve nominerà anche un consulente tecnico per ricostruire nei dettagli la dinamica della tragedia e dare una risposta ai tanti interrogativi ancora aperti. Nicola Corti, che lascia la moglie Rachele e la figlia adolescente Giorgia, oltre alla mamma Antonia, era entrato a lavorare nella fabbrica KME giovanissimo, verso la metà degli anni ’90 e da allora aveva sempre operato in questo reparto: prima al forno flottante numero 2 e poi all’1, dove è accaduta la tragedia. Lui stesso veniva spesso incaricato di formare i lavoratori più giovani, perché considerato tra i più esperti nel settore. Il tragico incidente è accaduto appunto in questo forno dove scorre il nastro del metallo in lavorazione, l’ottone, che deve essere laminato e che procede in continuo.

E Nicola è stato trovato schiacciato proprio tra i due rulli che si trovano all’uscita dell’impianto di laminazione. L’impianto ha un sistema di sicurezza automatico che si blocca proprio aprendo il cancello, ma poi può essere riavviato (come nel caso di interventi di manutenzione) con un’apposita chiavetta, che sarebbe stata trovata inserita. Non si sa il motivo per cui il cancelletto di ingresso al macchinario fosse in quel momento aperto. L’unica cosa certa è l’operaio si è avvicinato ai rulli in funzione e lì ed è avvenuta la tragedia.

Forse aveva notato un malfunzionamento e ha cercato di risolvere da solo il problema? Possibile, ma nessuno sa spiegarsi esattamente che cosa può essere successo, perché in quel momento Nicola era solo: i suoi colleghi erano andati in pausa cena, che si fa a turno. Lui era rimasto per controllare la funzionalità dell’impianto. Tra l’altro le telecamere interne inquadrano solo il prodotto e non il personale, per ragioni di privacy, e quindi non possono essere di grande aiuto. Paolo Pacini Luca Galeotti