PATRIZIA LUCIGNANI
Cronaca

L’uomo? Non è una preda per lupi

"Non abbiamo evidenze scientifiche che questi selvatici potrebbero aggredire persone invece di cani o gatti"

Lupo

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Firenze, 24 giugno 2023 – I lupi si avvicinano sempre di più ai centri abitati.

Ultimamente on line abbiamo visto diversi video che li mostrano in paesi e in città mentre inseguono daini o altri animali.

E talvolta hanno aggredito dei cani, anche con il padrone vicino. Per questo molte persone si chiedono se adesso i lupi, che sembrano meno intimiditi dalla presenza umana, possano costituire un pericolo anche per l’uomo.

"No - chiarisce Filippo Zibordi, zoologo, esperto di fauna alpina e coordinatore del Master Fauna HD dell’Università dell’Insubria (che ha sede a Como, Varese e Busto Arsizio) -. I lupi cacciano animali, anche cani che abitano nei paesi, ma verso l’uomo nutrono ancora diffidenza, non si avvicinano, non lo percepiscono come una preda".

"Non abbiamo evidenze scientifiche che invece dei cani o dei gatti i lupi potrebbero aggredire le persone. Al momento questa non è una possibilità - aggiunge -. Certo, i lupi sono tornati (l’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, indica in circa 2.500/3.000 il totale dei lupi in Italia) e si sono avvicinati ai paesi, ai centri abitati, attratti dai rifiuti e appunto dagli animali di città. Questo è un fatto che non dobbiamo sottovalutare. Anzi, dobbiamo dissuadere i lupi. Curando la raccolta di rifiuti organici e non lasciando animali domestici fuori casa la notte. Penso ai cani alla catena o anche liberi nei giardini delle case in zone di presenza dei lupi. Quelli sono richiami formidabili per i branchi. Il cane è visto dal lupo come una preda facile e anche un competitor nel controllo del territorio. Ma l’uomo no".

Non sembrano quindi esserci motivi di preoccupazione per gli esseri umani, come anche altri studiosi hanno detto e come le statistiche dimostrano: in Italia non si registrano casi di attacco all’uomo da parte di lupi da parecchi decenni.

E in diversi casi di presunti attacchi all’uomo, è stato poi dimostrato scientificamente che non si trattava di lupi bensì di cani, probabilmente inselvatichiti.

Uno degli ultimi casi del genere è quello di un allevatore di Tremezzina (Como) che lo scorso mese di maggio aveva detto di essere stato aggredito da tre lupi: le analisi dei laboratori della Fondazione Edmund Mach di Trento, che su incarico della Regione Lombardia effettua le analisi genetiche sui campioni biologici presumibilmente di lupo, hanno accertato che non si trattava di lupi.

"Dal risultato si evince che il dna è quello del cane", ha affermato l’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi.