
Madre Teresa di Calcutta (Ansa)
Firenze, 17 ottobre 2023 - Se c'è una persona che ha messo al centro della propria vita la misericordia tanto amata da papa Francesco quella è Madre Teresa di Calcutta, l'"Apostola degli ultimi". Quando, il 17 ottobre del 1979, fu insignita del Premio Nobel per la Pace, rifiutò di partecipare al tradizionale banchetto, quello riservato ai vincitori. Piuttosto chiese che i fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, i quali potevano essere sfamati per un anno intero: "Le ricompense terrene – disse - sono importanti solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo". Nata nel 1910 a Skoplje, entrata nel 1928 nell'ordine delle Suore di Loreto a Dublino e poi inviata in India, dove ha avuto inizio il suo noviziato, Madre Teresa ha trascorso circa mezzo secolo lavorando per alleviare le sofferenze del corpo e dell'anima dei poveri e degli ultimi, dei malati e dei dimenticati, tanto da diventare un esempio di coraggio e tenerezza. Minuta ed esile, amava definirsi una "piccola matita nelle mani di Dio", indicando con questa frase la sua vocazione a mettersi a disposizione del Padre, per diventare un umile tramite, e poter così aiutare gli altri. Ma la sua era una fragilità solo fisica, perché di carattere aveva una forza e una determinazione che le permettevano di non arretrare davanti a nessuno, neppure al cospetto dei personaggi più illustri. Non ebbe remore infatti a telefonare al presidente Reagan per farsi mandare cibo, acqua e medicine per l'Etiopia. Inutile dire che ci riuscì, perché la forza disarmante del suo spirito rendeva difficile dirle di no. Ma accanto ai gesti più noti, molti di più sono stati gli anni di lavoro silenzioso, accurato, instancabile, nonostante le difficoltà: una vita dunque sempre al servizio del prossimo più bisognoso, seguendo la politica dei piccoli passi e dei semplici gesti quotidiani. Madre Teresa aveva un'incredibile e naturale capacità di fare "cose ordinarie con amore straordinario". La religiosa è riuscita a smuovere montagne, combattendo indifferenza, violenza, soprusi e traducendo davvero "l'amore in azione", come lei stessa diceva. Dapprima il Nobel per la pace nel 1979, poi i tempi record per la beatificazione (dopo la morte avvenuta nel 1997, papa Giovanni Paolo II la proclamò beata già nel 2003), infine la canonizzazione voluta da papa Francesco nell'Anno Santo, dimostrano il valore della sua esistenza in un certo senso delicatamente rivoluzionaria, e l'enorme portata della sua eredità spirituale. Un'eredità non retorica che, in questi tempi di crisi di valori, forse tutti, cattolici e non, avrebbero il dovere di provare a raccogliere. Nasce oggi Philippe Daverio, nato il 17 ottobre del 1949 a Mulhouse, Francia. Storico dell'arte, docente, saggista e volto notissimo della televisione culturale. Uno spirito libero sempre pronto a difendere il bello del nostro Paese, amato dal pubblico di ogni età, perché sapeva parlare con un linguaggio coinvolgente e uno stile inconfondibile fatto di competenza, energia e passione. Portò la cultura in tv. Una delle sue celebre frasi recita così: “Non è la bellezza che salverà il mondo, o salverà noi: è proprio l’opposto. Il nostro compito è tentare di salvare la bellezza”.