MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

15 giugno 1215, il giorno in cui la Magna Charta cambiò la storia

È stato il primo documento a sancire i diritti fondamentali dei cittadini, riconoscendo per la prima volta che nessuno è al di sopra della legge, neppure il re, e che ognuno ha diritto a un processo equo

Magna Charta

Magna Charta

Firenze, 15 giugno 2022 – Quello che potrebbe sembrare un documento antico e figlio del suo tempo, solo perché sottoscritto secoli fa nel lontano medioevo in Inghilterra, in realtà ha segnato un punto di svolta nella storia d’Europa. Sotto il regno di Riccardo Cuor di Leone, l’Inghilterra lottò contro la Francia e partecipò alla terza crociata, per cui fu necessario reperire fondi in denaro, che raccolse aumentando il carico fiscale. Il suo successore, Giovanni Senzaterra, ereditò quindi una pesante situazione di indebitamento, cui cercò di far fronte con un fiscalismo eccessivo. Inviso ai signori del regno, decisiva fu la battaglia di Bouvines, che ebbe come conseguenza la perdita, da parte della monarchia inglese, di quasi tutti i feudi posseduti in Francia. A quel punto i baroni inglesi presero al volo questa gravissima disfatta per strappare al re, il cui prestigio e potere erano profondamente scossi, una serie di concessioni e di diritti che confluirono nella famosa Magna Charta Libertatum, la “grande carta delle libertà”. Il documento concesso ai baroni del regno, suoi diretti feudatari, stabiliva le libertà e i diritti di nobili e alto clero, ignorando (almeno all’inizio) quelli di contadini e artigiani. È stato dunque il primo documento nella storia ad elencare i diritti fondamentali di un popolo, riconoscendo che nessuno, sovrano compreso, fosse al di sopra della legge, e riconoscendo a tutti il diritto a un processo equo.

Il sovrano si impegnò dunque a rispettare i diritti di vescovi, conti, baroni, soldati e mercanti; a non incarcerare nessun uomo libero che non fosse stato prima condannato da un tribunale di suoi pari, e a consentire la costituzione di un’assemblea di rappresentanti dei nobili, il Consiglio Comune, a cui la monarchia stessa contrappose nel 1265 un’assemblea di ceti cittadini. Si costituì così il primo parlamento bicamerale. Il sovrano era dunque obbligato a ottenere l’approvazione del ‘grande consiglio’ del Regno, che nel 1242 prese il nome di Parlamento dei Lords, prima di emanare disposizioni di carattere fiscale.

Particolare rilevanza aveva il comma 39 della Carta: “Nessun uomo libero potrà essere arrestato e imprigionato, espropriato o esiliato, né in alcun modo danneggiato, tranne che da un tribunale legittimo composto dai suoi pari e in base al suo paese. Dove per ‘legge del paese’ non si intendeva la legge emanata autonomamente dal re, ma quella che era stata approvata congiuntamente dal re e dai signori, e che pertanto faceva parte integrante del contratto feudale. Nel corso del XIII secolo s’impose in Inghilterra l’idea dell’esistenza di una comunità del regno, composta dal re e dai baroni, che di comune accordo elaboravano le leggi, le facevano rispettare e, cosa che più conta, si impegnavano a rispettarle. Il re era quindi sottoposto alla legge, dunque non poteva abrogarla o modificarla con un atto unilaterale. Nel 1348 fu introdotta nel giuramento d’incoronazione una nuova clausola: “Giuro - doveva dichiarare il sovrano solennemente - di osservare e di mantenere le leggi e i buoni costumi che i rappresentanti del Regno avranno scelto”.

In queste parole era implicita una decisa negazione della teocrazia: solo i cittadini di un regno in cui le istituzioni rappresentative partecipano all’elaborazione della legge, possono infatti avere la possibilità di imporre al sovrano l’osservanza delle norme. Le istituzioni rappresentative inglesi si perfezionarono e ampliarono col passare del tempo: nel 1339 fu creata la Camera dei Comuni, che si è fianco alla Camera dei Lords. L’annullamento del carattere teocratico della monarchia inglese a opera dei baroni aveva aperto la strada a forme più moderne di governo che avrebbero avuto una enorme importanza nella storia europea.

Nasce oggi

Alberto Sordi nato il 15 giugno 1920 a Roma. È stato uno dei più grandi attori e protagonisti della commedia all’italiana. Tra i tanti film in cui ha recitato ‘Lo sceicco bianco’, ‘I vitelloni’, ‘Il marchese del Grillo’ ‘L’avaro’. Ha detto: “La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto”.