"Quella toscana è una legge di civiltà, che impedisce il ripetersi di casi come quello di Gloria". Lo ha detto Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’associazione Luca Coscioni, commentano l’approvazione della norma e riferendosi alla morte, domenica scorsa, della donna fiorentina di 70 anni, affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), che a febbraio 2024, aveva iniziato l’iter per il suicidio medicalmente assistito, ma che ha poi dovuto ricorrere alla sedazione profonda, non ottenendo i farmaci necessari dalla Ausl Toscana Centro. "Ci sono persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile – aggiunge l’avvocata Gallo –. L’auspicio è che, adesso, anche altre Regioni approvino la proposta di legge ‘Liberi Subito’. Ci aspettiamo che ci sia un dibattito pacato, perché qui non c’è una lotta tra cattolici e non cattolici; fra cure palliative e non. Noi siamo con tutti coloro che sono pronti a lavorare per una rete diffusa di strutture sul territorio per i trattamenti e le cure palliative. Però siamo con tutte le persone che vogliono essere libere di scegliere come morire. Ringraziamo chi ha votato la legge ma anche chi si è espresso contro: con loro lavoreremo sul proprio potenziamento delle cure palliative, sul quale siamo da sempre impegnati, perché il diritto all’autodeterminazione non è in alcun modo in contrasto col diritto alle cure".
Gallo ha quindi ripercorso l’iter della legge, a partire dalla sentenza del 2029. "Le regole approvate in Toscana – spiega – consentono la piena attuazione della sentenza della Corte costituzionale ‘Cappato – Antoniani’, che ha legalizzato in Italia il cosiddetto ‘aiuto al suicidio’ a determinate condizioni. Il voto del Consiglio regionale è stato dunque possibile grazie all’azione di disobbedienza civile di Marco Cappato, oltre che alla firma di 10.700 cittadine e cittadini della Toscana che hanno attivato lo strumento della legge di iniziativa popolare. Il nostro obiettivo è ora quello dell’approvazione della legge in tutte le Regioni italiane, dove il ‘suicidio assistito’ è comunque già legale (in forza delle sentenze della Consulta), ma senza che ci siano garanzie su tempi e sulle procedure per le persone malate e i medici".
L. C.