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"Malattie neglette, ecco come debellarle"

Francesco Berlanda Scorza è il direttore del Gsk Vaccines Global Health: "Un’idea geniale nata 12 anni fa per i Paesi a basso reddito"

Francesco Berlanda Sforza

SIENA Malattie infettive neglette: il senso della missione del Gsk Vaccine Institute for Global Health sta tutto nell’aggettivo ’neglette’. "Ai tempi di Novartis, Rino Rappuoli voleva occuparsi delle malattie che non fanno parte del portafoglio di priorità delle industrie farmaceutiche, ma che continuano a mietere vittime. Il dato importante e’ che il 94% delle morti per malattie infettive avviene in paesi in via di sviluppo. L’idea vincente è stata di sviluppare vaccini per queste malattie neglette, con le tecnologie già esistenti sul sito di Siena". Chi parla è Francesco Berlanda Scorza, un’eccellenza in campo scientifico che ha iniziato a Chiron e Novartis per poi girare il mondo delle aziende farmaceutiche. Ora è tornato a Siena, da direttore di GVGH. Lei è un classico ’cervello di ritorno’. "Ho passato tanti anni all’estero lavorando nello sviluppo vaccini. Prima di arrivare a Siena ho ricoperto il ruolo di senior program officer alla Bill and Melinda Gates Foundation. Il passaggio a GVGH costituisce una continuità nella missione di rendere possibile lo sviluppo di prodotti contro malattie esistenti. Le competenze uniche del polo di Siena, che portarono alla creazione di un gruppo separato per sviluppare prodotti contro le malattie neglette, sono la prosecuzione del percorso". Quali sono le malattie neglette che state aggredendo? "GVGH in 12 anni di attività, ha portato avanti molteplici progetti per nuovi vaccini. All’inizio del 2020, il vaccino coniugato tifoide è stato autorizzato dalle autorità sanitarie indiane. E’ il primo vaccino autorizzato, sviluppato da GVGH ed ora disponibile per i pazienti tramite una collaborazione con BioE, industria farmaceutica indiana. Lavoriamo anche sulla Shigella e lo streptococco. Le popolazioni di riferimento sono quelle dei Paesi in via di sviluppo; ma la Shigella ha interesse e mercato anche nei Paesi sviluppati, il vaccino è utile per viaggiatori e per i militari in missione". Non vi occupate di vaccini antimalaria? "Contro la malaria oggi è a disposizione il vaccino RTS,S di Gsk, attualmente in fase pilota di implementazione. Ma salmonellosi, Shigella e Streptococco fanno ugualmente tante vittime: la salmonellosi causa 200mila morti all’anno, un numero simile per la Shigella, mentre per lo Streptococco sono mezzo milione di morti". GVGH punta a fare soldi con i vaccini? "Non cerchiamo profitti, il nostro modello di business è chiaro. La storia del vaccino tifoide è l’esempio più calzante. Sul mercato c’era già un vaccino anti tifo, usato anche per viaggiatori in aree a rischio. Ma la comunità scientifica sapeva che c’erano le tecnologie e le competenze per sviluppare un prodotto più efficace per uso pediatrico. Serviva una struttura, un centro che potesse arrivare a quel vaccino. GVGH ha sviluppato il vaccino, arrivando al prodotto e ai test clinici di fase 2. E trasferendo poi tutto il pacchetto di informazioni alla Biological E, a Hyderabad, per la fase finale". Sarà la BioE a produrlo? "BioE sarà il produttore del vaccino su larga scala. L’India ha autorizzato il vaccino e, una volta completata la qualificazione con l’Oms, BioE potrà venderlo anche fuori dall’India". Quali sono i numeri di GVGH? "Ad oggi abbiamo un gruppo di 45 ricercatori molto preparati. I finanziamenti arrivano da Bill e Melinda Gates Foundation, Wellcome Trust, Unione Europea e Regione Toscana". Avete un sito industriale? "In GVGH c’è un impianto pilota, che permette di sviluppare i metodi per la produzione. La nostra scelta è affidare in seguito la produzione industriale dei vaccini a ditte esterne". Quali sono i progetti futuri? "Ci sono tante aree da sviluppare, tante malattie da aggredire. Sarà una consultazione globale tra tutti i partner di GVGH a stabilire le priorità d’azione. Dalla sepsi neonatale all’antibiotico resistenza decideremo i progetti su cui puntare".