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Manutenzione nel Parco Foreste Casentinesi: gli interventi del Consorzio, puntano su materiali naturali e sul rispetto della biodiversità

Dopo la passeggiata progettante, arrivano le soluzioni: “sotto i ferri” 6 opere idrauliche in grave stato di dissesto per “salvare” strada provinciale e strada statale 310

consorzio

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Arezzo, 11 gennaio 2025 – A qualche settimana di distanza dalla passeggiata progettante, arrivano le soluzioni per affrontare le criticità individuate dal sopralluogo congiunto eseguito dai tecnici del Consorzio, dai Carabinieri Forestali dell’Ufficio Territoriale Biodiversità Pratovecchio e del Nucleo Tutela Biodiversità di Camaldoli, dai tecnici del Parco Foreste Casentinesi, dal settore VAS e Vinca della Regione Toscana.

L’“esercito” di esperti che periodicamente si muove compatto per studiare, insieme, come “combattere” il rischio idraulico, salvaguardando la ricchezza di un ambiente di pregio, e per valutare lo stato di alvei e opere idrauliche in gestione al Consorzio, durante l’ultima “visita” sul Fosso di Camaldoli e sul Torrente Gorgone ha individuato 6 opere in grave stato di dissesto.

“Si tratta di briglie, opere trasversali che esercitano una cruciale funzione anti-erosiva, fondamentale per la regimazione dei corsi d’acqua e per la salvaguardia delle infrastrutture nelle loro prossimità”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi del settore difesa idrogeologica del Consorzio di Bonifica e referente della Unità Idrografica Omogenea Casentino, richiamando in particolare l’attenzione sulle criticità che potrebbero compromettere la Strada Provinciale dell’Eremo di Camaldoli e sulla Strada Statale 310 che conduce al Passo della Calla.

“In seguito alla passeggiata progettante e all’individuazione della problematica, è partita la fase di progettazione condivisa. Proprio in questo avvio di 2025, sono stati depositati i progetti condivisi, interamente curati dal personale interno del Consorzio che si è occupato dei rilievi, della realizzazione delle tavole, delle valutazioni di incidenza ambientale, obbligatorie per legge nelle aree naturali protette”.

“Se l’attività del Consorzio è sempre animata dalla volontà di ricercare soluzioni eco-compatibili, in aree cosi preziose dal punto di vista paesaggistico e ambientale come questa, l’attenzione alla tutela degli habitat naturali presenti diventa massima. Le soluzioni sono sempre condivise e studiate in modo da adottare tutte le misure di mitigazione necessarie per minimizzare l’impatto delle lavorazioni sulle specie vegetali, animali, anfibie presenti, tutte accuratamente dettagliate nello studio di incidenza. Grande attenzione è stata posta alla scelta dei materiali, dalla pietra serena, al legno di castagno, alla fibra di juta al fine di preservare anche la storicità di opere che hanno superato i 60 anni di vita”, commenta la Presidente Serena Stefani.

Gli interventi saranno eseguiti nel periodo estivo, nel rispetto dei periodi di riproduzione della fauna di interesse conservazionistico, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da Regione Toscana, Ente Parco e Carabinieri Forestali.