Prato, 2 giugno 2023 – «L’avevo anche chiamata per sapere come stava, per darle la mia solidarietà. Ma a questo punto non so più cosa pensare".
Dopo l’ultimo sconvolgente colpo di scena arrivato dalle indagini, è sotto choc Martina Mucci, la cameriera di 29 anni di Prato, pestata a sangue nell’androne di casa mentre rientrava dal lavoro la notte fra il 20 e il 21 febbraio.
A oltre tre mesi di distanza, la Procura ha recapitato un avviso di garanzia all’attuale fidanzata dell’ex di Martina, Emiliano Laurini, 40 anni, di Scandicci, considerato il mandante del pestaggio. La giovane, Angela Burza, 26 anni, anche lei residente in provincia di Firenze, è finita nell’inchiesta per un "atto dovuto", fanno sapere gli inquirenti, che intendono valutare il suo grado di coinvolgimento, morale e materiale, nel pestaggio.
La Burza sapeva quello che il suo fidanzato stava progettando di fare alla ex? Oppure ne è venuta a conoscenza dopo i fatti e ha comunque taciuto? Nel frattempo anche lei ha comunque subito la "personalità incline alla violenza" del fidanzato, come hanno scritto i giudici del Riesame rigettando la richiesta di attenuazione della misura cautelare.
Laurini l’aveva infatti picchiata fino a mandarla al pronto soccorso di Torregalli con due costole rotte, come è emerso mentre era intercettato per l’aggressione a Martina. In quella circostanza Angela Burza anziché denunciarlo, l’aveva coperto.
"Ho sbattuto in uno spigolo", aveva raccontato ai medici, mentre Laurini si vantava di quello che le aveva fatto: " Ieri sera l’ho scassata per bene, vai tranquillo che ho dato il massimo... capelli strappati, unghie. Mi verrebbe voglia di spaccare i denti anche a lei... ", diceva Laurini, da solo in auto, mentre era intercettato, riferendosi alle botte date alla Burza.
Dopo l’arresto di Laurini, Martina l’aveva cercata, le aveva scritto un messaggio e poi le due si erano sentite per telefono. "Per quello che aveva subito, volevo comunque darle il mio sostegno – racconta Martina – Lei era stata freddina con me, capii che non aveva piacere di sentirmi e lasciai stare".
Adesso Burza risulta iscritta nel registro degli indagati. E prossimamente il pm Valentina Cosci affiderà l’incarico per svolgere tre diversi accertamenti tecnici a cui potranno partecipare tutte le parti: uno per valutare i danni permanenti riportati dalla vittima, un altro per comparare le impronte sui rasoi usati per ferire la giovane e sequestrati dalla polizia fuori dalla casa della ragazza il giorno dopo l’aggressione; l’ultimo su telefoni e supporti informatici.
Oltre alla Burza, è indagato un sesto giovane di origini marocchine, Haitame Majdallah. Avrebbe partecipato alla fase preparatoria del delitto. In che modo dovrà essere chiarito.
A tirare in ballo la Burza e il marocchino è stato lo stesso Laurini durante l’interrogatorio di garanzia nel quale i tre indagati iniziali hanno fatto lo scaricabarile. In carcere, oltre a Laurini, sono finiti Mattia Schininà, 20 anni, che avrebbe partecipato alla pianificazione del pestaggio e Kevin Mingoia, 19 anni (sono tutti residenti a Scandicci), esecutore materiale dell’aggressione insieme a un sedicenne che si è presentato spontaneamente in Questura il giorno dopo gli arresti. Quest’ultimo è solo denunciato a piede libero. Tutti sono accusati in concorso di sfregio permanente al volto, lesioni e rapina aggravata.