Firenze, 1 marzo 2024 – Eleonora Riso ha vinto Masterchef 13. Tanti applausi per la ragazza toscana che è arrivata fino in fondo al talent show di Sky Uno giunto appunto alla tredicesima edizione. Una grande emozione per Eleonora, che dice: “Masterchef mi ha insegnato tanto”.
Il menu: tutti i piatti con cui ha trionfato nella finale
Una concorrente diventata un vero e proprio personaggio. “Mi sento spappolata”, dice raccontando la stanchezza e la fatica fisica di queste settimane di registrazione. Antonio e Michela sono stati gli altri due finalisti, che affrontano con la livornese la prova finale.
Eleonora, originaria di Collesalvetti, vince con il suo menu ispirato al Giappone, ma in cui ha inserito anche tanti ingredienti toscani e della sua terra. Un richiamo ad esempio al nonno e al suo pesce in salamoia che confezionava. Ha composto così un menu che ha particolarmente colpito i tre giudici, gli chef Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. Che hanno apprezzato la genialità e la fantasia in cucina della giovane.
A tifare Eleonora in finale in studio c’erano Elena, la sorella, e i genitori Rossella e Alessandro. La famiglia si abbraccia commossa prima dell’ultima prova. Sono momenti di sorrisi e lacrime. “E’ molto appassionata di cucina – dice il babbo – So che ha la forza fisica e mentale per poterci riuscire”.
C’è anche un portafortuna che viene dato dalla famiglia a Eleonora prima di cucinare: “Un piccolo pesciolino con cui giocavamo da piccole”, dice la sorella Elena. “Eleonora il pensiero di dover dare di più l’ha sempre bloccata, ma spero ora che vada per la sua strada con spensieratezza e sicurezza”.
“Stasera dovete renderci felici con i nostri menu”, dicono i giudici capitanati da chef Antonino Cannavacciuolo. Il menu di Eleonora si basa su un libro che spiega un concetto giapponese, un invito a godere di ogni attimo perché è unico e irripetibile. Eleonora ha una grande passione per la cucina orientale. Porta quindi un menu intrecciato tra cucina giapponese e prodotti della tradizione della sua terra. “Voglio che i piatti siano giocosi e divertenti”, dice la concorrente. Due ore e mezzo per i concorrenti per preparare il menu della finale.
"Se tutti e tre mettono in atto ciò che hanno descritto nel menu saremo in difficoltà”, dice lo stesso Cannavacciuolo. “Cerco di non pensare ai miei genitori che sono con me in studio – dice Eleonora – ma nelle volte in cui ho cucinato per il mio babbo non sono riuscito molto ad accontentarlo”.
Tra i piatti presentati da Eeleonora, ravioli al vapore ripieni di patate aromatizzati al rosmarino e anguilla in doppia cottura laccata. "Va abbastanza bene”, dice Eleonora mentre chef Cannavacciuolo visita la sua postazione. “Ti vedo tranquilla”, dice ancora lo chef. "Forse non è un buon segno”, dice lei sorridendo. L’antipasto si chiama “Nonno umami”, per ricordare il pesce in salamoia che suo nonno confezionava. E ai giudici l’antipasto piace molto. E’ “Fiume Sacro” il nome del secondo piatto: sono i ravioli al vapore con ripieno di patate e tartare di trota.
Finita la cena i giudici si ritirano per decidere chi sarà il vincitore dell’edizione 13. Eleonora e gli altri due concorrenti vanno in una stanza per scaricare la tensione. La ragazza toscana si scioglie in un pianto liberatorio, dopo una finale davvero tirata, giocata sul filo dei minuti per la realizzazione dei piatti. Sul primo di Eleonora, criticata un po’ la farcia di patate. Ma Cannavacciuolo difende il piatto dalle osservazioni degli altri due chef.
"La parola chiave del tuo menu è azzardo – dice chef Giorgio Locatelli – Ma abbiamo sentito molto della tua terra”. “Sei stata una scoperta elettrizzante – dice Locatelli – Abbiamo fatto fatica a capirti ma poi abbiamo imparato a leggere il tracciato convulso del tuo cardiogramma. Hai un genio creativo, quando tocchi il cibo ti chiudi in una bolla e scaturisce la tua genialità”. Poi la proclamazione del vincitore, affidata a chef Barbieri. Che pronuncia il nome di Eleonora. La ragazza non ci crede, fa un’espressione incredula. Poi si scioglie in un urlo liberatorio.