Matrimoni religiosi in casa: ok del vescovo, "Molti non hanno soldi per feste da star"

Livorno, i vertici della Chiesa locale varano la cerimonia casalinga: "Ormai il 'sì' è diventato uno show e non tutti hanno il denaro per allestirlo"

Matrimonio (foto repertorio)

Matrimonio (foto repertorio)

Livorno, 18 giugno 2021 - Il matrimonio anche in casa: la celebrazione potrà aver luogo anche nella propria abitazione a Livorno, grazie all'ok del vescovo, monsignor Giusti, che ha varato questa cerimonia semplice "alla presenza anche solo dei testimoni".

E' una direttiva innovativa almeno in Toscana che certamente non è esente da dibattito. Ma che vuole, nelle intenzioni della Chiesa livornese, riportare il matrimonio a quella intima unione tra i coniugi, che spesso non hanno i soldi per feste faraoniche, "come la società spesso impone", dice la Chiesa labronica

image

Il tutto prende spunto da un'esortazione apostolica di Papa Francesco, la "amor laetitia": "Nel cuore di tanti conviventi e di coloro che hanno celebrato un matrimonio solo civile - si legge nell'esortazione - spesso vi è il desiderio di celebrare un matrimonio religioso, ma vi sono alcuni impedimenti di natura morale e sociale che creano ostacoli".

Da qui la decisione del vescovo e la direttiva a tutta la diocesi: "I matrimoni religiosi in casa si possono celebrare". 

"È paradossale - dice il vescovo, monsignor Simone Giusti - che alcune coppie rifiutino di sposare in chiesa dicendo che non hanno i soldi per il matrimonio, come se il Sacramento costasse ed anche molto! In realtà è la festa del matrimonio che è diventata sempre più costosa nell’era del consumismo: con suonatori in chiesa, servizio fotografico da star, ricevimenti da favola, viaggi di nozze nelle località più incredibili. La celebrazione del Dacramento del matrimonio non costa nulla, al massimo se una coppia lo vuole, lascia un’offerta per i poveri e non per il prete. Ma la situazione d’impoverimento delle famiglie italiane, ha provocato già a partire dal 2008, un crollo drastico dei matrimoni celebrati in chiesa e purtroppo da molti la motivazione apportata è proprio quella di natura economica". 

"Non si tratta di ritornare a celebrare matrimoni nella clandestinità, sempre stigmatizzati dalla Chiesa, né di trovare location spettacolari, anche nel contesto domestico – spiega il vicario giudiziale della Diocesi, don Alberto Vanzi –  poiché le celebrazioni nei luoghi di culto restano comunque ordinarie e preferibili, ma questa possibilità può aiutare alcune coppie a superare le difficoltà a celebrare il tipo di matrimonio imposto da certi modelli culturali e sociali".