Pisa, 16 ottobre 2021 - Il giorno del presidente è stato pianificato e la città sarà quanto mai blindata. Agenti in borghese, in assetto antisommossa, Digos che monitora i punti critici e i presidi, rinforzi da Firenze.
Saranno centinaia le forze dell’ordine in campo con ruoli diversi e con il compito di far filare liscia l’intera visita del capo dello Stato Mattarella, domani a Pisa per inaugurare il nuovo anno accademico, il 678° del nostro Ateneo. Arrivo, permanenza e rientro saranno scortati, ma l’esercito di uomini in campo dovrà anche vigilare sulla sicurezza della città. Due i sit-in di protesta a Pisa organizzati dai lavoratori e dagli studenti. Uno degli obiettivi è evitare che qualche frangia estrema possa infiltrarsi e creare disordini.
Alle 9, il comitato cittadino No Green pass ha organizzato un’assemblea con domande rivolte alla massima carica italiana (l’invito è «porta una penna da regalare al presidente») in piazza Santa Caterina. Il sindacato di base Cub Pisa aderisce alla manifestazione e ne spiega così i motivi: «L’approvazione del Green pass non ha niente di sanitario ma rappresenta un dispositivo politico autoritario per affermare il capitalismo della sorveglianza e il controllo degli uomini e donne ai fini della finanza e dell’economia capitalistica». Poi l’affondo proprio contro il presidente della Repubblica che «in questi anni ha firmato anche le leggi più discutibili come i decreti Sicurezza, al di là delle frasi di circostanza, da due anni subiamo decreti di urgenza e maxi emendamenti sottoposti alla fiducia al Governo».
Dall’altro lato si contesta il fatto che «nell’agenda Draghi sono scomparsi gli incrementi alla sanità pubblica e all’istruzione, le misure a sostegno delle classi sociali meno abbienti, la tutela reale dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti». Quindi, l’invito. «Dopo lo sciopero generale dell’11 ottobre prosegue la mobilitazione della Cub per rivendicare salario, istruzione, diritti e salute, contro le morti e gli infortuni sul lavoro che crescono ogni giorno al pari delle malattie professionali».
L’altra contestazione conosciuta (in questo caso soprattutto contro il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che verrà per il taglio del nastro del nuovo anno accademico) sarà alle 11 in largo Menotti con gli studenti di Sinistra per che esprimono «dissenso e disagio della comunità studentesca». Angelica Chidichimo, coordinatrice di Sinistra Per, dichiara: «Da anni l’università italiana subisce continui definanziamenti, e dalla riforma Gelmini in poi la situazione è andata sempre peggiorando. Abbiamo assistito ad un progressivo smantellamento del welfare studentesco... abbiamo assistito all’aumento della contribuzione studentesca (aumentata del 60% dal 2005 al 2015)... la pandemia ha esasperato ulteriormente questi problemi». Allerta, poi, lungo tutto il percorso del rappresentante istituzionale e davanti agli obiettivi considerati più sensibili.
Antonia Casini