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Maxi impianto eolico “Badia del Vento”, il 15 Aprile la Toscana deciderà per tutti

Il maxi impianto eolico “Badia del Vento”, previsto nel comune di Badia Tedalda al confine tra Romagna e Marche, continua a suscitare un’ondata di opposizioni da parte delle Istituzioni, associazioni ambientaliste e cittadini, che vedono in questa proposta una seria minaccia per il futuro dei territori

Arezzo, 12 aprile 2025 – Maxi impianto eolico “Badia del Vento” – Il 15 Aprile la Toscana deciderà per tutti.

Il maxi impianto eolico “Badia del Vento”, previsto nel comune di Badia Tedalda (AR) al confine tra Romagna e Marche, continua a suscitare un’ondata di opposizioni da parte delle Istituzioni, associazioni ambientaliste e cittadini, che vedono in questa proposta una seria minaccia per il futuro dei territori.

L’impianto eolico prevede l’installazione di sette maxi aerogeneratori alti 180 metri (la stessa altezza dei più imponenti grattacieli di Milano), in uno dei più importanti crinali del Montefeltro, in una zona con un Paesaggio integro e tutelato e che costituisce un vero e proprio crocevia ecologico attraversato da importanti rotte migratorie per uccelli rapaci e con habitat protetti.

Badia del Vento è giunto alla terza conferenza dei servizi e martedì 15 Aprile potrebbe essere autorizzato dalla Toscana, nonostante i pareri negativi della Regione Emilia Romagna, dell’Ente Parco Sasso Simone e Simoncello, delle Provincie di Rimini e Forlì Cesena, delle Soprintendenze, dell’Unione Comuni della Valmarecchia con il Comune di Casteldelci in prima linea. Tutto il fronte Romagnolo si compatta e si unisce con le Marche e le Soprintendenze per scongiurare il più grande scempio ambientale e paesaggistico della storia di questi territori.

Ci ritroviamo infatti di fronte a un concreto rischio di disastro ambientale, con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi, tonnellate di cemento armato per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza dell’intero territorio.

L’abbattimento di boschi di altissimo pregio necessario per installare queste enormi pale con tutto il loro indotto, non solo è un insulto al buon senso, ma è un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle cosiddette fonti rinnovabili che dovrebbero consentire minori emissioni.

Un impatto paesaggistico enorme e le zone interessate, con i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Carpegna, Sestino, Badia Tedalda, Borgo Pace, solo per citarne alcuni, vedrebbero stagliarsi all’orizzonte, insieme alle pale, anche un irrefrenabile processo di impoverimento e difficoltà dell’economia locale legata al turismo e alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi ultimi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse.

Contro “Badia del Vento”, occorre ricordarlo, si sono espresse le Consigliere DEM Alice Parma ed Emma Petitti, ma anche le forze di opposizione con Nicola Marcello (FdI) in prima linea che ha presentato addirittura una interrogazione alla Regione Emilia Romagna che si aggiunge a quella delle consigliere DEM.

Un progetto che sta generando una frattura istituzionale senza precedenti tra la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna.

Da un lato, l’Emilia-Romagna, guidata dal presidente Michele De Pascale con Assessore all’Ambiente Irene Priolo, ha espresso un parere fortemente negativo al progetto, evidenziandone l'incompatibilità con le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica. Dall’altro, la Regione Toscana, presieduta da Eugenio Giani e con Assessore all’Ambiente Monia Monni, non si è ancora espressa, anzi, gli uffici regionali hanno richiesto oltremodo al Proponente continue integrazioni per portare a compimento l’iter autorizzativo.

Eppure, solo pochi mesi fa i presidenti delle due Regioni hanno firmato un patto di collaborazione per la gestione delle aree di confine che insistono sulla dorsale appenninica. L’eventuale approvazione del progetto da parte della Toscana, contro il parere dell’Emilia-Romagna e di tutte le istituzioni romagnole, rappresenterebbe una gravissima mancanza di rispetto istituzionale e metterebbe a rischio la credibilità delle due Regioni e in primis di chi le rappresenta.

Autorizzare Badia del Vento sarebbe infatti un atto di prevaricazione da parte delle Regione Toscana rispetto i territori confinanti che hanno espresso un giudizio inequivocabile di incompatibilità rispetto le ragioni di salvaguardia dell’ambiente e delle proprie programmazioni territoriali.