Firenze, 30 marzo 2024 – Migliaia di toscani sono senza medico di famiglia. Nella situazione generale di penuria di professionisti, le zone che soffrono maggiormente sono quelle disagiate, ovvero lontane dalle città e più difficilmente raggiungibili.
Una situazione destinata a protrarsi e anche a peggiorare, nell’immediato, con il prossimo pensionamento di una generazione di medici che ancora non può essere rimpiazzata.
Proprio come misura tampone a questa necessità è arrivato l’accordo tra Regione e medicina generale per aumentare l’indennità e dare un incentivo ai medici per la copertura delle 57 postazioni per le quali, anche attraverso l’ultimo reclutamento, non sono stati trovati dottori che assicurassero l’assistenza con la loro presenza in ambulatorio.
C’è un’intesa preliminare che sarà deliberata nelle prossime settimane ed entrerà in vigore come misura sperimentale che prevede in sintesi il raddoppio dell’impegno economico della Regione per gratificare i medici disposti ad andare a fare ambulatorio nelle zone disagiate.
Il budget dedicato all’incremento delle indennità dei medici nelle zone disagiatissime, disagiate e parzialmente disagiate passa da mezzo milione di euro a 794mila euro e troveranno copertura nel Fondo sanitario regionale indistinto. C’è poi un ulteriore incentivo, coperto con 156mila euro.
Si prevede un incentivo di 6mila euro annui destinato ai medici convenzionati o ai medici neoiscritti che accettano di aprire un ambulatorio privato, al netto delle ritenute previdenziali a carico delle Asl: verrà erogato in quote mensili fisse, rapportate al servizio effettivamente prestato, pari a un quinto per ogni giorno di attività negli ambulatori identificati.
I medici che invece utilizzeranno ambulatori pubblici riceveranno 3mila euro all’anno. Con le stesse modalità.
L’erogazione dell’incentivo per l’apertura di un ambulatorio nella zona con carenza assistenziale prolungata è indipendente dalle altre indennità previste per le zone disagiate quindi è cumulabile con l’indennità erogata per le zone interamente disagiate, parzialmente disagiate o disagiatissime.
L’incentivo verrà erogato ai medici di assistenza primaria per un periodo di tre anni. Al termine dei tre anni o al momento della risoluzione del rapporto di lavoro o del trasferimento, le risorse torneranno a disposizione del budget assegnato all’Asl.
Intanto, entro trenta giorni dovranno essere riclassificate le zone disagiate della Toscana: l’ultima mappatura risale al 2001. La situazione dopo oltre vent’anni è cambiata.
Attualmente ci sono 639 medici in Toscana che hanno compiuto o compiranno l’età massima per la pensione (70 anni) entro il 2026. Fra due anni, al netto di borse di studio e pensionamento, il numero di dottori di famiglia aumenterà di 148 unità rispetto al 2022 restando, comunque, al di sotto del fabbisogno.
«Le realtà in cui non si è concretizzata soluzione a seguito delle varie procedure di selezione individuate quando viene bandita la zona carente sono 57 per l’assistenza primaria di medicina generale e 4 per i pediatri di libera scelta", aveva spiegato l’assessore alla sanità toscano Simone Bezzini. Per tamponare le zone carenti, tra le soluzione ponte la richiesta ai medici di famiglia di restare fino al compimento dei 72 anni, l’innalzamento, appunto, dei massimali a 1.800 assistiti e nelle aree disagiate l’incremento dell’indennità e dell’incentivo.
Alla richiesta di una proiezione, Bezzini risponde che la Toscana "avrà ancora due tre anni di sofferenza, poi la previsione nel quinquennio è di 689 uscite per i medici di base e di 135 per i pediatri e oltre 900 unità di medici neoformati".