ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Mancano 229 medici di famiglia. Bezzini: ancora tre anni difficili. In pista 32 milioni contro le attese

Per attrarre dottori nelle aree disagiate rimaste scoperte voci aggiuntive alla retribuzione. La previsione per il quinquennio è di 689 ulteriori uscite, ma in crescita il numero di neospecializzati

Carenza di medici di famiglia in Toscana (foto Ansa)

Carenza di medici di famiglia in Toscana (foto Ansa)

Firenze, 8 marzo 2024 – Mancano in tutte le specialistiche. Ma anche nella medicina generale. Un’intera generazione di medici di famiglia è uscita dal mondo del lavoro per raggiungimento dell’età pensionabile e non è stata rimpiazzata. Una carenza diffusa in tutta Italia. Se l’Umbria fa eccezione, almeno stando alle elaborazioni dell’osservatorio Gimbe nel 2026 il numero dei medici di famiglia aumenterà di 12 unità rispetto al 2022, la Toscana è in maglia nera. L’analisi della Fondazione Gimbe rivela le cifre del problema strutturale che riguarda gli organici della medicina di base.

In Toscana il 48,6% dei medici di base supera il massimale di 1.500 assistiti (ma è stato alzato con una delibera regionale proprio per evitare che troppe aree restassero scoperte), performance peggiore anche della ben poco lusinghiera media nazionale (47,7%). Analogo discorso per il numero medio di assistiti pari a inizio 2023 a 1.373 pazienti per medico di famiglia, contro una media su scala nazionale di 1.353. Unendo queste valutazioni e individuando come parametro ottimale quello di un medico di medicina generale ogni 1.250 pazienti assistiti,

Gimbe arriva a stimare in Toscana una carenza di 229 camici bianchi. E se in tutta Italia il personale medico di medicina generale si è contratto dell’11% fra 2019 e 2022, in Toscana la riduzione è stata del 10,6%. Inoltre 639 medici in Toscana hanno compiuto o compiranno l’età massima per la pensione di 70 anni fra il 2023 e il 2026. Fra due anni, al netto di borse di studio e pensionamento, il numero di dottori di famiglia aumenterà di 148 unità rispetto al 2022 restando, però, pur sempre al di sotto del fabbisogno.

Su questo era intervenuto rispondendo in consiglio regionale anche l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini. "Le realtà in cui non si è concretizzata soluzione a seguito delle varie procedure di selezione individuate quando viene bandita la zona carente sono 57 per l’assistenza primaria di medicina generale e 4 per i pediatri di libera scelta", ha detto Bezzini. Per tamponare le zone carenti, tra le soluzione ponte la richiesta ai medici di famiglia di restare fino al compimento dei 72 anni, l’innalzamento, appunto, dei massimali a 1.800 assistiti e la possibilità, nelle aree disagiate "di prevedere elementi aggiuntivi delle voci di retribuzione". Alla richiesta di una proiezione, Bezzini ha risposto che la Toscana "avrà ancora due tre anni di sofferenza, poi la previsione nel quinquennio è di 689 uscite per i medici di base e di 135 per i pediatri e oltre 900 unità di medici neoformati".

Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, punta il dito sull’inadeguata programmazione. Tra i problemi annosi, quello delle liste d’attesa. La Toscana destina 32 milioni di euro. Risorse, spiega la Regione, che si potranno utilizzare per produttività aggiuntiva di medici, infermieri e tecnici oppure per acquistare prestazioni nel privato convenzionato. Dei 32 milioni spendibili per il 2024, 19 milioni saranno destinati al recupero di viste ed esami, 12 per interventi chirurgici e uno per screening oncologici.