
Personale specializzato in una Rsa (Foto di repertorio)
Firenze, 17 marzo 2022 - Anziani sinonimo di assistenza. E anche di affari. La Toscana ha quasi un milione di abitanti over 65; l’indice di vecchiaia è in crescita negli ultimi anni, raggiungendo nel 2021 il 214,6 (numero di anziani ogni 100 giovani). Allora ecco che il mercato delle Rsa (residenze sanitarie assistenziali) sta mutando proprio in questi mesi post Covid.
Non solo le imprese tradizionali familiari toscane, non solo le strutture legate al mondo cattolico, non solo quelle delle fondazioni, non solo le strutture pubbliche in mano alle coop sociali e ai Comuni. In Toscana sono arrivati e vogliono mettere radici i grandi colossi imprenditoriali del nord Italia che si occupano della terza e quarta età, aprendo cantieri e modificando l’offerta alberghiera e assitenziale.
Si parla di investimenti milionari (una struttura sugli 80 posti letto costa circa venti milioni), di lavoro (centinaia di occupati per struttura), di valorizzazione del territorio anche attraverso gli oneri di urbanizzazione.
Il 2022 e il 2023 disegnano uno scenario con cantieri e aperture (alcune già avvenute) a Cecina, Ponsacco, Castelfiorentino, Grosseto, Piana fiorentina.
La trasformazione del mercato ha mobilitato non solo gli addetti ai lavori (gli impreditori storici delle Rsa) ma anche la politica. E’stata approvata in consiglio regionale una mozione firmata da undici dem capitanati dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli e dal presidente della Commissione Sanità, Enrico Sostegni. Si chiedono alla giunta impegni precisi. Per quanto riguarda la programmazione del settore e i tetti di ospitalità.
Un’allerta che i dem lanciano forte, preoccupati che il sistema delle Rsa non subisca ulteriori scosse tra domanda e offerta. In particolare si punta l’attenzione sulla necessità di una "strategia unitaria e coerente volta a rafforzare la centralità della programmazione e della governance pubblica delle Rsa a partire dall’elaborazione a livello territoriale di un’analisi dei bisogni di salute della popolazione anziana, dell’offerta assistenziale esistente e del fabbisogno dei posti letto". E perciò si chiede un raccordo efficace anche con la Conferenza regionale dei sindaci. Ma non solo. Il Pd chiede alla giunta che il tetto degli 80 posti letto sia rispettato "al fine di evitare possibili elusioni dei requisiti previsti per l’apertura di nuove strutture".
Spiega il capogruppo Vincenzo Ceccarelli: "Ci aspettiamo che vengano valutate le possibilità anche con modifiche normative per garantire accoglienza e cura degli anziani dove l’umanità e l’efficienza dell’offerta sia proposta da un sistema integrato di strutture pubbliche e private". Si vuole evitare, sottolinea "che tra qualche anno mega strutture abbiano monopolizzato l’offerta e dettino le regole senza possibilità di avere alternative per costi e qualità dell’offerta".
Quali le prospettive? Sostegni sottolinea la necessità di prendere in mano da parte delle istituzioni la programmazione seppur rispettando le dinamiche di mercato. E l’altro giorno in consiglio regionale ha detto: "In Toscana si vede la nascita di servizi di residenza sanitaria assistita anche in luoghi dove non c’è esigenza".
E allora? "Serve una governance del sistema dei servizi, senza limitare l’iniziativa dei privati, e fare in modo che i requisiti previsti vengano rispettati facendo restare così alto il livello dei servizi offerti dalla Regione". Per questo viene chiesto alla giunta Giani di provare a pensare quali possano essere gli elementi "per creare un governo pubblico, o più vicino alle esigenze che arrivano dal territorio, e monitorare le possibili elusioni di requisiti importanti".