Metalmeccanica, i lavoratori coinvolti nella crisi di settore

La crisi di aziende come Fimer con oltre 1100 dipendenti, che dopo l'acquisizione della divisione Abb per la produzione di inverter fotovoltaici versa in crisi da più di due anni

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Arezzo, 1 luglio 2024 –  Nel primo semestre 2024 è stata registrato un aumento pari a +18.634 del numero di lavoratori coinvolti a vario titolo in crisi legate al settore metalmeccanico

(finanziaria, di settore e transizione, legate alla

carenza di materie prime, a tensioni geopolitiche e

guerre, delocalizzazioni). Si è passati da 83.817 lavoratori coinvolti in crisi al 31 dicembre 2023 ai 103.451 del  30 giugno 2024. E' quanto emerge da un report della Fim Cisl. Per quanto riguarda il settore metalmeccanico, dal

documento emerge un quadro preoccupante della situazione complessiva del settore. In particolare si registra un forte calo delle commesse e la conseguente apertura della cassa integrazione in molte delle aziende censite (il campione

analizzato comprende 712 aziende metalmeccaniche, di cui 312 sopra i 50 dipendenti e 400 con meno di 50 dipendenti). Molte di queste sono coinvolte a vario titolo nei processi di transizione green  o digitale. In particolare, nelle industrie e nell'indotto dell'automotive e termomeccanico si

registrano segnali di rallentamento. Stessa cosa per il settore dei mezzi agricoli e macchine di movimento terra. Singolare, scrive ancora il sindacato, anche se non rilevante in termini quantitativi rileviamo la difficoltà in diverse

aziende produttrici di bici che, dopo la pandemia e la

fine degli incentivi statali, avevano avuto un'importante crescita. Stessa cosa per quanto riguarda gran parte del settore dell'elettrodomestico, che sta affrontando importanti operazioni di cambio dell'assetto societario e ristrutturazioni.

Da segnalare la crisi di aziende come Fimer (Arezzo e Vimercate), con oltre 1100 dipendenti, che dopo l'acquisizione della divisione Abb per la produzione di inverter fotovoltaici versa in crisi da più di due anni. La siderurgia sconta un rallentamento della domanda d'acciaio e

costi dell'energia che restano, spiega la Fim Cisl, come tra l'altro per altri settori come l'automotive, di gran lunga superiori alla media europea. Ciò si riflette inevitabilmente sulle marginalità e i costi di produzione. Restano aperte nel settore siderurgico storiche vertenze come quella dell'ex-Ilva e della Jsw di Piombino, mentre non si

intravede una soluzione sulla vicenda Sider Alloy,

l'ex-Alcoa di Portovesme che produceva alluminio

primario, da anni in stallo