Pisa, 11 settembre 2024 – “Una delle principali manifestazioni dei cambiamenti climatici in atto riguarda l’incremento degli eventi estremi, in particolare dei periodi di siccità e di precipitazioni intense. Le piogge dei giorni scorsi sono state di particolare intensità e relative a tempi di ritorno di circa 50 anni, mentre le reti di drenaggio urbano sono state invece progettate e realizzate in un contesto socio-economico e culturale, spesso di un centinaio di anni fa, per tenere conto di tempi di ritorno di pochi anni, comunemente minori di 10”.
Così Rudy Rossetto, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa esperto di idrologia superficiale e sotterranea, con un master in Ingegneria geoambientale all’Università di Cardiff e un dottorato di ricerca in Geologia applicata all’Università di Siena, spiega i danni e i disagi procurati dal temporale di domenica scorsa in Toscana.
Che cosa serve per non farsi trovare impreparati?
“E’ necessario adattarci a queste nuove condizioni. Una soluzione è quella di riprogettare la rete fognaria o realizzare aree dove stoccare queste acque temporaneamente, approccio che ha costi elevatissimi e spazi spesso non disponibili nei contesti urbani. Bisogna quindi ripensare la soluzione in termini di sistema”.
Quali interventi immediati possono essere fatti e decisi dalle amministrazioni?
“La soluzione condivisa da larga parte del mondo scientifico è quella di gestire le piogge riducendo la formazione del ruscellamento. E questo si fa favorendo l’infiltrazione e andando a ridurre le superfici impermeabilizzate. Ora questo non è sempre possibile, ma laddove lo è, è imperativo procedere a eliminare cemento inutile, per esempio realizzando pavimentazioni permeabili come i grigliati nei parcheggi e ridando spazio ai corsi d’acqua. Esistono sistemi noti come drenaggi urbani sostenibili che offrono svariate soluzioni per affrontare il problema, ma serve la volontà politica per procedere in questa direzione. Il governo cinese da una decina d’anni ha messo in atto il programma delle città spugna per affrontare queste problematiche e alcuni esempi avanzano ormai anche in Itala (Lombardia in primis). Inoltre queste soluzioni possono essere combinate con le soluzioni tradizionali per massimizzare i risultati nel caso di eventi estremi”.
Da questo punto di vista qual è la realtà della Toscana?
“In Toscana esiste una sensibilità verso questi temi, ma le barriere all’applicazione di soluzioni più sostenibili risiedono soprattutto nella scarsa conoscenza dei costi di costruzione e manutenzione e dipendono anche dall’assenza di un quadro normativo adeguato e di incentivi fiscali ed economici anche a sostegno di privati cittadini e aziende”.