Carrara, 30 gennaio 2023 - I suoi occhi si sono già posati a terra, hanno superato i controlli sanitari, quelli delle forze dell’ordine, hanno accantonato la memoria del gommone, degli ultimi tre infiniti giorni di navigazione dalla vicinissima Sicilia fino al “porto sicuro” di Carrara: 1500 chilometri prima di poter toccare terra. Sono gli occhi di uno dei trentatré bambini, ragazzini, adolescenti, che sulla Ocean Viking hanno trovato la salvezza e sulla banchina Taliercio del porto di Carrara, con alle spalle il bianco del marmo scavato nelle Alpi Apuane, cominciano a sognare di potersi costruire un futuro ancora prima di poter mettere piede sulla terraferma.
La nave con l’equipaggio della Sos Méditerranée è arrivata puntuale in porto dove la macchina dell’accoglienza era già pronta da qualche ora. "Abbiamo lavorato come una grande squadra – dichiara il prefetto Guido Aprea –. C’è stata una perfetta sinergia tra tutti. Un’associazione del sociale già da noi conosciuta gestirà l’accoglienza dei minori non accompagnati che andranno quindi tutti in un’unica struttura a Marina di Massa".
In rada la Ocean Viking arriva rispettando il cronoprogramma ma per i 95 bambini, ragazzini, donne e uomini a bordo, l’odissea non è ancora finita. Lente, per chi aspetta di scendere e per chi è ad aspettarli, le operazioni prima dello sbarco vero: i controlli della Finanza, quelli dei medici, poi la Croce Rossa, preceduta dalla squadra mobile diretta da Antonio Dulvi Corcione insieme al comandante della guardia costiera Paolo Margadonna. La polizia ha sequestrato le carte nautiche e interrogato l’equipaggio per ricostruire tutto il percorso della nave.
Passano quasi due ore prima che possano posarsi sulla terraferma anche i piedi di quel bambino che salutava timido, mandava cuori e baci verso la banchina mentre la nave che l’aveva salvato in mare attraccava e la macchina dell’accoglienza si metteva in moto. E’ tra i primi a scendere, alle 16,59, con gli occhi che brillano, appena dietro la madre che stringe tra le mani un orsetto di pelouche.
E l’emozione di chi li aspettava si scioglie in un applauso. Alla fine delle operazioni di sbarco saranno 33 i minori non accompagnati che, superati tutti i controlli, troveranno una prima casa all’ombra delle Apuane e un abbraccio nel personale della cooperativa individuata dalla prefettura per la loro accoglienza. Altri quattro bambini resteranno con i loro genitori, smistati insieme a tutti gli adulti (16 donne e 44 uomini,)nei centri accoglienza individuati dal Governo in Toscana, Lazio e Marche.
A scendere dalla nave sono 95 in tutto, provenienti da Nigeria, Mali, Ghana, Ciad e Costa D’Avorio. I primi ad arrivare a Carrarafiere sono 11 persone, di cui due bambini. Sono stati visitati da dermatologi, ginecologi e pediatri. Le mamme erano visibilmente spaventate, terrorizzate dall’incubo di essere arrestate, non conoscendo le leggi italiane. Sono state tranquillizzate dai volontari al lavoro per l’accoglienza da quando il Governo ha informato il Comune di Carrara dell’arrivo dei migranti.
"Siamo arrivati a Carrara – dice Carla Melky, vice direttrice di Sos Méditeranée – in un ’porto sicuro’ dopo quattro giorni di navigazione. Da quando abbiamo trovato i naufraghi dal gommone e finalmente stiamo sbarcando. Per le Ong andare più lontano rispetto al passato e affrontare così tanto tempo di navigazione significa perdere tempo che potremmo dedicare a interventi nel Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più mortale. C’è anche la problematica dei costi, ma a noi interessa di più il costo umano. Siamo varie navi che cercano di operare, ma con questi 4 giorni e la Geo Barents a Spezia, non c’erano più navi operative. Noi ripartiremo domani (oggi,ndr). Sull’ultimo intervento, 20 minuti dopo al nostro soccorso è arrivata una vedetta della guardia costiera libica e si è avvicinata pericolosamente alla nave. Abbiamo provato a fare un coordinamento, ma non c’è stata nessuna risposta. Dodici persone mancavano all’appello, siamo riusciti a trovarne 8 che erano in mare, altre quattro invece non sappiamo che fine abbiano fatto. Nemmeno le autorità libiche non sanno dove siano. La Geo Barents potrebbe essere sanzionata? Tutte le navi hanno l’obbligo di soccorrere le persone. Il diritto marittimo internazionale deve essere rispettato. Se ci mandano in porti più lontani vedremo come andrà a finire".