Firenze, 5 settembre 2016 - UN QUARTIERE che soffre, Peretola. Chi vive e lavora nella zona sta facendo di tutto per rendere la zona più vivibile. Cene, iniziative per famiglie e bambini, la festa della Rificolona. Ma non basta. Ci vuole la collaborazione delle istituzioni, ci vogliono controlli in una zona dove i furti nelle case sono troppo frequenti (uno anche ieri notte) e dove le prostitute si appartano con i clienti nei giardinetti dove giocano i bambini. E’ questo che chiedono i residenti, che hanno imparato a difendersi, come possono, da soli. Scambiandosi informazioni, facendo esposti, rivolgendosi al Quartiere.
PER QUESTO protestano per l’ennesima tegola che piove sulle loro teste: il centro di accoglienza di via De Bosis, al civico 23, a due metri da un asilo e a ridosso delle case, che da questa settimana accoglierà 20 migranti. Anche ieri gli operai erano al lavoro (dalle otto di mattina, dicono i residenti). Al primo piano sono già pronti i letti nelle stanze dove prima c’erano gli uffici Inpdap. Nessuna tenda che copre quelle che saranno le camere dei migranti. Dalle case di fronte al centro di accoglienza si vede tutto. I residenti hanno già raccolto firme e stanno continuando a farlo. Hanno inviato un esposto alla prefettura, al sindaco Dario Nardella e all’assessore all’accoglienza Sara Funaro. «Senza informazione c’è paura. Nessuno è razzista, qui, e c’è anche chi è disposto ad aiutare i migranti in arrivo», protesta Andrea Sgobba. «Non aspiriamo ad essere Capalbio, ma nemmeno vogliamo diventare Beirut. Siamo diventati la pattumiera di Firenze», sbotta Gregorio Sarnataro. «Abbiamo gli aerei che ci volano sulla testa, il Tenax che si porta dietro tutti i problemi, tra ragazzi ubriachi, siringhe e macchine parcheggiate che ci bloccano a casa, la prostituzione, i furti, la Caritas che è a due passi. Non basta. Adesso hanno deciso di allestire un centro di accoglienza davanti alle case e a due metri da un asilo». «Dicono che arriveranno solo venti persone e in gran parte minorenni, ma noi non sappiamo niente. Nessuno ci ha informati. Chi sono, da dove vengono? Perché proprio in via De Bosis? Tra l’altro – aggiunge Elena Elefante – ci risulta che presto faranno un altro centro di accoglienza, a 500 metri da qui, nell’ex negozio Stefan. Siamo preoccupati». Nella zona degli ex uffici Inpdap, oltre all’asilo, che è adiacente, abitano tanti bambini e giovani adolescenti. «C’è un problema di sicurezza. Ho una figlia adolescente che esce con gli amici e torna tardi a casa. Chi mi assicura che le persone che troveranno accoglienza qui davanti sono innocue?», chiede Cristina Bousquet. «Questo quartiere deve vivere. Si devono fare strutture per bambini, per le famiglie. A fianco di un asilo perché non mettere una ludoteca, anziché destinare lo stabile a persone potenzialmente pericolose?», fa presente David Cioni.