LISA CIARDI
Cronaca

Caso migranti senza pace. "L’accoglienza non è un albergo", modello toscano sotto attacco

La denuncia del primo cittadino di Borgo S.Lorenzo: "I Cas sono pieni mentre i sistemi di integrazione degli enti locali che funzionano hanno il 10% dei posti vuoti"

Firenze, 23 luglio 2023 – Cas pieni, posti disponibili ma non utilizzabili nei Sai, associazioni che non partecipano più ai bandi e tende nei giardini.

Non si fermano in Toscana le polemiche sulla gestione dei migranti, già lanciate dal sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni, dalle assessore regionali Monia Monni e Serena Spinelli, ma anche dal primo cittadino di Pelago (Fi), Nicola Povoleri: informato all’ultimo momento dell’allestimento di due tende della Protezione Civile nel Cas di Paterno, si era opposto trovando sistemazione per i migranti in un ex asilo.

Lo sbarco della Geo Barents a Marina di Carrara (Foto Pasquali)
Lo sbarco della Geo Barents a Marina di Carrara (Foto Pasquali)

Ieri, a riaprire il dibattito, è stato il primo cittadino di Borgo San Lorenzo (Firenze), Paolo Omoboni. "L’accoglienza non è un albergo – ha scritto su Facebook – . È un valore. E una cosa seria. Prima si abbassano i ristori giornalieri per l’accoglienza, poi ci si meraviglia se il sistema non regge. I fondi sono stati dimezzati e vengono proposti solo centri grandi, da 60, 70, 100 persone, quando a funzionare sono percorsi di inclusione diffusi in piccoli centri. Allora si scarica tutto sui territori, spuntano le tende e si fanno accordi con alberghi e privati senza servizi essenziali, si alimentano sfruttamento e tensioni. Siamo al paradosso: si limita sempre più il diritto di entrare nei Sai (Sistemi di accoglienza e integrazione) e si trovano Cas (Centri accoglienza straordinaria) con minori e persone fragili. E’ una follia: nel Sai che funziona abbiamo posti vuoti e si riempiono i territori di strutture di emergenza con persone ammassate e senza integrazione".

"Il Sai è gestito dagli enti locali – spiega Mauro Storti, direttore area immigrazione della Cooperativa Il Girasole – ma in base alla nuova normativa non può accogliere richiedenti asilo, bensì solo persone con permesso di soggiorno stabile. Così, mentre i Cas sono pieni, i Sai hanno posti liberi. In più sono state ridotte le risorse eliminando servizi essenziali come lo psicologo, l’operatore legale o i corsi italiano. Ci occupiamo di accoglienza da molti anni e sappiamo che così le strutture non sono gestibili. Già dal 2018 a oggi abbiamo ridotto i posti del 50%, da 450 a 250.

Da ottobre poi la situazione è peggiorata: i bandi vanno deserti e ai prossimi non credo parteciperà il terzo settore". "Ci sono due difficoltà – prosegue Marzio Mori, direttore immigrazione della Fondazione Caritas Firenze - da un lato le risorse ridotte al minimo, dall’altro bandi che favoriscono numeri grandi, quando le piccole strutture funzionavano bene. Abbiamo deciso di non partecipare ai grandi bandi, pur dando il nostro contributo all’accoglienza".

"Anche in passato sono stato critico sulla gestione dei migranti – rincara Biffoni – ma ora siamo al collasso. Tutte le amministrazioni sono in difficoltà, con punte a Firenze, Prato e Pistoia, oltre a Carrara e Livorno che ospitano gli sbarchi".