Firenze, 25 settembre 2023 - Professor Pilario Costagliola, ma davvero la Toscana, sottoterra, è un Eldorado?
"Parole grosse" risponde il docente di Georisorse minerarie al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze.
Secondo il Cnr, tra la bassa Toscana e il Lazio, in profondità, ci sarebbero «grosse quantità di acqua calda, in cui negli anni ’70 Enel e Agip hanno trovato percentuali enormi di litio».
"Dal mio punto di vista, la notizia più ufficiale è un lavoro del Cnr che riguarda fluidi geotermici particolarmente ricchi. Il resto non è dato sapere".
Però è reale l’interesse di alcune compagnie straniere per quell’area, non è così?
"Sì, ma è tutto da verificare che sia un’area ricca di litio. Però posso aggiungere una cosa?".
Prego.
"Il punto fondamentale di tutta questa vicenda è che noi, in Italia, sulla ricerca di giacimenti e sull’ingegneristica mineraria stiamo a zero. Abbiamo abbandonato un intero settore industriale perché negli anni ’80 era in perdita, anche perché pensavamo che si potesse acquistare tutto ovunque".
Oggi si chiama dipendenza e pare sia questo il motivo per cui l’Europa tutta spinge per far ripartire l’attività mineraria e non essere dipendenti dalla Cina su metalli rari e preziosi per le nuove tecnologie. Dico male?
"Giusto. Prima la dipendenza da altri paesi non era vista come un problema, ora invece sì".
E si deve tornare a scavare.
"La vedo dura invece".
Perché?
"Perché l’ultima carta mineraria dell’Italia è degli anni ’70. E chi la rifà ora? Non solo va rifatta, ma va rifatta con elementi nuovi perché cinquant’anni fa non serviva quello che serve oggi".
I cinesi fanno prima: non hanno terre rare e vanno a prendersele altrove, no?
"I cinesi vanno in Africa e prendono i minerali di cui hanno bisogno, li portano in Cina e li raffinano. E’ come quando lei compra il pane: va dal fornaio, mica dal contadino a comprare il grano. Loro invece vanno a prendere direttamente il grano, cioè il cobalto, lo raffinano a casa loro e ne fanno lingotti da esportare in tutto il mondo. E a noi mancano le persone che lo sappiano fare. E un altro problema".
Quale?
"Culturale. Lei sa dove si trova la più alta concentrazione di litio della Toscana?".
No.
"Sotto una spiaggia all’isola d’Elba: Capo Bianco. Ce la vede lì una miniera, lei?".
Malino.
"E il giacimento di titanio più grande d’Italia si trova sui monti del parco naturale del Beigua, fra Genova e Savona".
Mi sa che il titanio resta lì.
"E continuo. Nella Toscana meridionale c’è l’antimonio, che ci serve per batterie e altro".
Difficile trovare un equilibrio fra sviluppo e ambiente.
"E’ un problema di cultura. Si diceva che in Toscana non si poteva fare neanche la geotermia".
E’ noto l’acronimo ’Nimb’, not in my backyard, non nel mio giardino: si vuole l’auto elettrica, ma il litio che la manda avanti lo si scavi in Africa, non qui. Un po’ ipocrita.
"Dal 2035 avremo solo auto ’green’: vedrete quanto di quel materiale ci servirà".