Sara Bessi
Cronaca

Moda e tessile Toscana, una crisi di sistema. Lineapiù dà il via ai licenziamenti

Choc nel distretto pratese: il marchio principe della maglieria apre la procedura collettiva. A rischio trenta posti su 130 complessivi. Anche nell’inizio del ’24 il settore va male: -9,8% sulla produzione

Prato, 19 giugno 2024 – Il distretto tessile pratese sta facendo i conti con un affanno che non demorde, alimentato da condizioni del eccezionali, dallo scoppiare del Covid al caro energia e materie prime, fino agli scenari di guerra tra Europa e Medioriente e alla recente alluvione che ha causato danni a molte imprese del territorio. Un quadro difficile in cui la produzione è in frenata o in inversione di tendenza da un paio di anni anche per quei settori più fortunati, come la filatura, mentre gli ordinativi ristagnano.

Lo stand dell’azienda Lineapiù all’ultima edizione di Pitti Filati a Firenze (foto Gianni Attalmi)
Lo stand dell’azienda Lineapiù all’ultima edizione di Pitti Filati a Firenze (foto Gianni Attalmi)

È in questo contesto che si inserisce la procedura di licenziamento collettivo aperta, secondo quanto prevede la normativa in materia (la numero 223 del 1991), per 30 su 130 dipendenti da parte di Lineapiù Italia di Campi Bisenzio, leader nel settore dei filati per maglieria.

I sindacati - Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec - hanno già preso a mano la questione, affrontandola con i lavoratori in assemblee. Intanto è stato aperto un tavolo delle trattative al quale siedono le organizzazioni sindacali e l’azienda. "Il problema c’è e va affrontato nel migliore dei modi – dice Juri Meneghetti, segretario Filctem Cgil Prato Pistoia – Stiamo invocando l’istituto degli ammortizzatori sociali: in particolare chiediamo cassa integrazione straordinaria oppure l’applicazione della solidarietà. I lavoratori si sono detti preoccupati, come è normale che sia".

Una decisione, quella di aprire la procedura di licenziamento per 30 persone, che sarebbe motivata dalla complicata situazione e dalla crisi che attanaglia il mondo del tessile e della moda, arrivando a intaccare anche il settore del lusso.

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L’azienda al momento preferisce non parlare. "Siamo al tavolo delle trattative con l’azienda – conferma Qamil Zejnati della Uiltec – . Siamo in fase iniziale e il nostro obiettivo sarà il ricorso ad ammortizzatori. Il distretto ha avuto un 58%-60% di riduzione personale da quando è iniziata la crisi e come sindacati in questi anni siamo riusciti a gestire tali criticità mettendo a punto un metodo per arginarle e facendo ricorso gli ammortizzatori sociali".

Anche Ingrid Grasso della Femca Cisl ricorda che i sindacati stanno lavorando uniti in questa fase di trattativa "per trovare la soluzione più adeguata che impatti il meno possibile sulla tenuta sociale. Se la risposta alla proposta dell’ammortizzatore sociale sarà positiva, si cercherà di attraversare il periodo di crisi fino a quando la situazione generale potrà tranquillizzarsi per poi mantenere attivo il rapporto di lavoro". L’obiettivo per i sindacalisti sarebbe di arrivare a concretizzare una soluzione prima delle ferie estive.

Una criticità generale che si incastona in un distretto che arriva all’estate 2024 dopo anni complessi. Come rivelano i dati del Centro studi di Confindustria Toscana Nord sulla produzione industriale: il primo trimestre 2024 nel confronto con lo stesso trimestre del 2023 è a quota -7,8%. Il maggior contributo a questo risultato negativo deriva dal -9,8% del tessile, in linea con le prestazioni dello stesso comparto a livello nazionale. Il meno giunge anche dalla metalmeccanica (-9%), che include il meccanotessile, e l’abbigliamento-maglieria (-8,3%). E sul fronte specifico della filatura, una nota a cura di Confindustria Moda - Centro Studi per Smi (Sistema moda Italia) dei mesi scorsi evidenzia nel 2023 un’inversione del trend di crescita registrato nel biennio precedente in tutti i comparti con un segno meno sia per la produzione che per le esportazioni.