MONICA PIERACCINI
MONICA PIERACCINI
Cronaca

Monossido e fughe di gas, l’esperto di Cna Firenze: “Quali sono gli impianti a rischio e come prevenire incidenti”

Paolo Pagliarani, presidente nazionale dell’Unione impianti di Cna, spiega come garantire la sicurezza e quali sono le tecnologie più affidabili per il futuro

Paolo Pagliarani

Paolo Pagliarani

Firenze, 23 dicembre 2024 - Cinque morti in tre giorni in Toscana a causa di malfunzionamenti negli impianti di riscaldamento. Quali azioni intraprendere per garantire la sicurezza domestica e quali sono gli impianti più a rischio? Lo abbiamo chiesto a Paolo Pagliarani, presidente nazionale dell’Unione impianti di Cna e dei termoidraulici di Cna Firenze.

Quali sono gli impianti più a rischio?

«Gli impianti più rischiosi sono quelli non collegati alla rete di metano, come quelli alimentati da bombole di Gpl. Questi si trovano ancora in aree montane o isolate, dove la rete non arriva. Spesso le bombole vengono sostituite direttamente dagli utenti, aumentando il rischio di incidenti. Inoltre, c’è chi utilizza bomboloni esterni: anche questi necessitano di verifiche periodiche. La normativa prevede una prova di tenuta dell’impianto ogni dieci anni, ma spesso viene trascurata, soprattutto nei casi in cui l’impianto serve solo il piano cottura o uno scaldabagno a gas».

Se la casa è in affitto chi è tenuto alla manutenzione dell’impianto di riscaldamento?

«Se gli affitti non sono a breve termine, come quelli turistici, la responsabilità della manutenzione ordinaria ricade sull’inquilino, mentre il proprietario è responsabile della sicurezza generale dell’impianto. Se l’impianto è servito dalla rete a metano, i rischi si riducono notevolmente. Tuttavia, per chi utilizza il gas in bombole, è cruciale effettuare controlli regolari per garantire la sicurezza».

Quindi una volta l’anno?

«La sicurezza parte dalla prevenzione. È fondamentale effettuare controlli regolari sulla caldaia. In generale si consiglia la manutenzione ordinaria annuale e una verifica biennale dell'efficienza energetica. Durante questi interventi viene eseguita anche la prova di tenuta dell’impianto a gas, essenziale per prevenire fughe di gas o esplosioni. Inoltre, ogni dieci anni è necessario un controllo approfondito, come previsto dalla normativa, per garantire il buon funzionamento e la sicurezza dell’impianto».

I rilevatori di monossido di carbonio possono essere utili?

«Assolutamente sì. L’installazione di rilevatori di gas, detti anche “annusatori”, è un’ottima soluzione per aumentare la sicurezza domestica. Questi sensori possono essere posizionati vicino ai piani cottura o nei locali tecnici con caldaie. Sebbene non obbligatori, offrono una protezione aggiuntiva, segnalando tempestivamente malfunzionamenti o fughe di gas. Un rilevatore di buona qualità costa tra 250 e 700 euro, ma esistono anche modelli più economici. Tuttavia, questi strumenti non sostituiscono la manutenzione regolare».

Quali rischi comporta il mancato controllo delle caldaie, soprattutto quelle più vecchie?

«Le caldaie più datate necessitano di maggiore attenzione e, in molti casi, andrebbero sostituite. Un impianto non sottoposto a manutenzione può rappresentare una minaccia concreta, soprattutto per il rilascio di monossido di carbonio, un gas inodore e invisibile. Dal 2025, le caldaie alimentate con combustibili fossili non beneficeranno più di agevolazioni fiscali, come previsto dalla direttiva europea “Case green”. È un ulteriore incentivo a considerare soluzioni più moderne ed efficienti».

Quali sono le alternative alle caldaie tradizionali?

«Le caldaie ibride, che combinano un sistema a gas e una pompa di calore gestiti da una centralina unica, rappresentano oggi l’opzione più conveniente. Questi impianti possono usufruire del bonus ristrutturazione e dell’ecobonus, purché rispettino i requisiti per le detrazioni fiscali. Oltre a essere più efficienti, riducono i rischi legati alle emissioni di gas pericolosi».