
tribunale
Arezzo, 19 febbraio 2025 – Morta a causa dei batteri presenti nell'insaccato
mangiato. Per questo motivo la procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio del titolare di un'azienda agraria della provincia di Arezzo. I fatti risalgono a marzo 2024, quando la donna, affetta anche da altre patologie, era andata in ospedale, a Citta' di Castello, accusando dolori all'addome e vomito.
Ricoverata d'urgenza, era morta dopo un mese circa a causa di complicazioni che avevano deteriorato ulteriormente il quadro clinico. Dalle analisi di laboratorio, condotte dall'Asl Umbria 1, era emersa la presenza di Listeria monocytogenes, batterio rinvenuto in quantita' superiore ai limiti di legge, anche in quello che rimaneva dell'insaccato, a casa della donna. Prodotto realizzato dall'azienda finita poi sotto i riflettori e acquistato in un negozio
di Umbertide. I successivi accertamenti, acquisita altra documentazione
dall'Istituto zooprofilattico, eseguiti dai consulenti tecnici della procura avevano indicato come causa della morte della donna lo stato settico "provocato da un'infezione da Listeria monocytogenes presente nella coppa di suino
sulla quale sono stati effettuati accertamenti da parte dell'Istituto
zooprofilattico di Perugia". Chiuse le indagini e scaduti i termini per presentare documentazione difensiva o chiedere l'interrogatorio, l'ufficio guidato da Raffaele Cantone ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio.