REDAZIONE CRONACA

Il donatore di sangue, l’anziana dell’Rsa: chi erano le nove vittime dell’alluvione

La tragedia che ha sconvolto la Toscana nei giorni scorsi è nei volti di chi non ce l’ha fatta. Le loro storie

Firenze, 7 novembre 2023 – Nove persone, altrettante storie. Vite strappate all’improvviso dalla furia dell’alluvione: da Campi fino a Lamporecchio, passando per Prato e Rosignano. La tragedia che ha sconvolto la Toscana nei giorni scorsi sta anche e soprattutto nei volti di chi non ce l’ha fatta: travolto dalla furia dell’acqua, annegato all’interno della propria casa o più semplicemente colto da malore mentre si trovava a fronteggiare la maxi alluvione.

Antonio Tumolo, l’ultimo ad essere ritrovato

Aveva 82 anni e si trovava a Prato per alcune visite mediche, una a Villa Fiorita. Invece di fermarsi in un appartamento di proprietà in via delle Fonti, avrebbe deciso di tornare dalla moglie, una signora di origine tedesca con cui viveva a Solano. Antonio Tumolo, 82 anni, è stato ritrovato a chilometri di distanza dal punto in cui lo hanno visto sparire. Travolto insieme alla sua auto, ritrovata in un ammasso di lamiere, dalla furia dell’acqua che giovedì scorso ha invaso Prato. Il suo corpo è stato ritrovato in un vivaio da alcuni addetti che stavano sistemando l’area. Era l’ultimo dei dispersi, la nona vittima di questa alluvione.

Da sinistra Alfio Ciolini, 85 anni; Antonio Tumolo, 82 anni; Gianni Pasquini, 69 anni; Antonio Madonia, 65 anni e la moglie Teresa Perrone, 70: sono cinque delle vittime dell'alluvione in Toscana
Da sinistra Alfio Ciolini, 85 anni; Antonio Tumolo, 82 anni; Gianni Pasquini, 69 anni; Antonio Madonia, 65 anni e la moglie Teresa Perrone, 70: sono cinque delle vittime dell'alluvione in Toscana

Gianni Pasquini, il donatore di sangue dell’Avis

A trovarlo è stato il nipote, che ha collaborato attivamente nelle ricerche grazie anche all’uso di un drone, con il quale ha individuato il corpo dello zio. A lanciare l’appello sui social, invece, era stata la figlia Letizia, allarmata dal fatto che il padre, uscito dalla propria abitazione per mettere in salvo la macchina quando è iniziato a piovere più intensamente, non fosse più rientrato. Gianni Pasquini, 69 anni, era uscito dalla porta di casa ed era salito sulla sua Opel Crossland, ritrovata regolarmente parcheggiata in sicurezza nei pressi dell’Asmana. La dinamica è ancora tutta da chiarire: probabilmente Pasquini si è incamminato per tornare dai propri cari, ma è stato travolto dall’ondata di piena provocata dalla fuoriuscita del torrente Marina. Pensionato, ex dipendente delle Officine Galileo, Pasquini era consigliere Avis e donatore di sangue.

Due morti nell’Rsa di Rosignano

Si chiamava Giovanna Innocenti, aveva 83 anni è stata una delle prime vittime di questa alluvione. E’ morta nei minuti in cui era scattata l’evacuazione della residenza per anziani in cui viveva a Rosignano, mentre un altro uomo di cui non si conoscono le generalità, ospite della stessa Rsa, è morto il giorno dopo in ospedale. Se a provocare la morte della donna sia stato il fiume di acqua e fango che ha travolto la Rsa in seguito all'esondazione del torrente Sanguigna, oppure altre dinamiche legate ad un eventuale malore, lo stabiliranno le indagini della magistratura e dei carabinieri. I due ospiti dell’Rsa sono gli unici ad aver perso la vita in provincia di Livorno. 

Alfio Ciolini, sorpreso dalla piena mentre era in casa

Raccontano che non camminasse molto bene e che forse, proprio per questo, avesse deciso di non lasciare la sua abitazione. Alfio Ciolini, 85 anni, è morto nella sua casa di Bagnolo nella serata di giovedì, quando la furia dell’alluvione imperversava su Prato e sulla piana. Ciolini viveva lì da sempre insieme alla figlia, che però non è riuscita a soccorrerlo. Nella sua casa invasa da oltre un metro e mezzo d’acqua ha trovato la morte.

Teresa e Antonio travolti dalla furia del torrente

Fra via Badalino e via Podere Vitetto il destino è andato incontro ad Antonino Madonia e Teresa Perrone, trascinandoli verso una fine che non meritavano. Trascinandoli per sempre lontano da parenti e amici, dai figli Alessio e Isabella. Antonino a Lamporecchio aveva iniziato a lavorare come barbiere. Nel 1981 decise di cambiare professione e di iniziare a fare il macellaio. Rilevò l’attività della Macelleria Masini di Mario Meozzi, lavorando lui dietro il banco delle carni, mentre la moglie Teresa era alla cassa. Erano due persone veramente per bene. Dopo una decina di anni decise di chiudere l’attività e di dedicarsi alla coltivazione dei terreni di loro proprietà. Un mestiere, quello dell’agricoltore, ripreso dal padre. Produceva ortaggi. I due sono stati travolti dalla furia del torrente: la loro auto, ridotta a un cumulo di rottami, è stata trovata a 3 chilometri di distanza dalla strada sulla quale viaggiavano. 

Teresa Pecorelli, un malore mentre lottava contro il fango

Originaria del Cilento, viveva da anni a Montemurlo. Teresa Pecorelli, 84 anni, non è morta affogata o travolta dalla furia della piena, ma anche la sua vita è stata in qualche modo strappata dalla tragedia dell’alluvione. La signora stava cercando di contenere la furia delle acque che invadeva la sua abitazione mentre è stata colta da un malore che poi è risultato fatale.

Tindaro, folgorato in casa mentre staccava la corrente

Anche lui non è una di quelle vittime strettamente collegate alla piena dei fiumi, ma la sua morte è comunque riconducibile all’alluvione. Tindaro di Amico, 73 anni, sarebbe morto folgorato dopo aver preso la scossa mentre cercava di staccare la corrente elettrica nella taverna della sua abitazione in via di Cantagallo, a Prato. Spaventato dalle conseguenze, avrebbe cercato di mettersi al riparo dai rischi dell’elettricità durante un’alluvione, ma proprio per questo avrebbe perso la vita.