Torre del Lago (Lucca), 8 gennaio 2024 – “Abbiamo preso anche un bel fagiano. Al primo colpo". È l’ultima telefonata che Giorgio Montemagni e Andrea Pardini hanno fatto ai familiari ieri intorno alle 10.30. Minuto più, minuto meno. Poi il silenzio. Dovevano rientrare per pranzo, invece, alle 14.40 non vedendoli arrivare è scattato l’allarme. E, subito dopo, anche le ricerche tra le acque del lago di Massaciuccoli. I due amici appassionati di caccia erano usciti di prima mattina nonostante il cielo fosse gonfio di pioggia già dalla notte. "La passione per la caccia alle anatre era più forte di loro", dice tra le lacrime un amico arrivato sulle rive del lago amato da Puccini non appena nella frazione di Viareggio si è sparsa la voce della loro scomparsa.
Tutti hanno sperato di recuperarli sani e salvi. I sommozzatori dei vigili del fuoco (arrivati insieme ai volontari della Croce Verde di Viareggio e agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato) sono scesi con le loro imbarcazioni davvero pochi minuti dopo la telefonata arrivata al numero unico delle emergenze. Invece, poco dopo le 15, hanno ritrovato il corpo esanime di Giorgio Montemagni, 69 anni: una vita trascorsa nella catena di montaggio della Piaggio a Pontedera, e due sorelle (entrambe più grandi di cui una direttrice di un supermercato Coop a Pisa). Mentre quello di Andrea Pardini, 52 anni, è stato inghiottito dalle acque limacciose del lago insieme al barchino in alluminio su cui erano usciti. "Tante volte abbiamo detto a Giorgio di cambiarlo – confida ora un amico, mentre le lacrime gli solcano il viso –. Non era un’imbarcazione adatta al lago, troppo leggera per queste acque. Molto meglio di legno...". Nonostante ciò, sia Montemagni che Pardini, erano esperti e spesso durante la stagione di caccia uscivano insieme. Proprio come è accaduto, ieri mattina. "Facciamo una piccola battuta e torniamo", hanno detto ai rispettivi familiari prima di uscire di casa. Poi quella telefonata. "Abbiamo preso anche un bel fagiano, tra poco torniamo". E, invece, sono finiti inghiottiti nel silenzio delle acque.
I vigili del fuoco, con l’ausilio dei gruppi elettrogeni, hanno continuato fino a tarda ora a cercare Andrea Pardini. Sia dai mezzi anfibi, sia immergendosi. Solo dopo le 19 hanno ritrovato il corpo senza vita, in un angolo nascosto del lago. Per recuperalo hanno dovuto usare delle funi. "Il lago è così: bello, affascinante, ma quando ti prende difficilmente ti restituisce", commenta un abitante della zona con al guinzaglio un labrador. "Speriamo che lo ritrovino", gli aveva fatto eco, poco prima, una signora stretta al braccio del marito. "Andrea è un bravissimo ragazzo", aveva aggiunto ricordando come fosse sempre sorridente dietro al bancone della macelleria di paese. Una storica attività. Fu fondata dal bisnonno, Matteo, ai primi del Novecento. Poi l’hanno portata avanti il nonno Alfredo e il padre Giovanni. Ora è gestita dai figli di quest’ultimo: Andrea, appunto, insieme ai fratelli Alfredo e Francesco. E sono stati loro tra i primi ieri pomeriggio a correre sulle rive del lago nella speranza di poter riabbracciare Andrea. Anche se ogni minuto che passava, senza che arrivasse dai vigili del fuoco un segnale, aumentava l’angoscia.
Sia Pardini che Montemagni indossavano stivali lunghissimi e, forse, proprio questo particolare potrebbe averli impacciati oltremodo nel tentativo di risalire a riva una volta che il barchino su cui si trovavano si è rovesciato. Forse un movimento brusco, forse una distrazione e si sono ritrovati in acqua senza avere la possibilità di un appiglio a cui aggrapparsi. Fino all’ultimo grido: "Eccolo". Ma ormai anche per Andrea Pardini è troppo tardi. Addosso aveva ancora i fucili. E la notte avvolge la famiglia e un intero paese nella disperazione.